FAO: Lo Yemen sembra ricadere a livelli allarmanti di insicurezza alimentare

L’intreccio tra crisi economica, scontri armati, inondazioni, locuste del deserto e la recente pandemia di COVID-19 potrebbe vanificare i progressi conseguiti nel campo della sicurezza alimentare in alcune aree dello Yemen, ammoniscono le agenzie dell’ONU

22 luglio 2020, Sana’a – Gli shock economici, gli scontri armati, le inondazioni, le locuste del deserto e, ora, la pandemia di COVID-19 stanno creando nello Yemen una “tempesta perfetta” che potrebbe rendere vani i progressi conseguiti con grandi fatiche nel campo della sicurezza alimentare. È questo l’allarme lanciato dall’ultima analisi del Quadro integrato di classificazione della sicurezza alimentare (IPC), pubblicata nella giornata odierna dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, (FAO), dal Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (UNICEF) e dal Programma alimentare mondiale (PAM) in collaborazione con i partner.

Condotta finora in 133 distretti dello Yemen meridionale[1], l’analisi prevede una crescita allarmante del numero di persone esposte a elevati livelli di insicurezza alimentare acuta, vale a dire in Crisi (fase 3 dell’IPC) e in Emergenza (fase 4 dell’IPC), entro la fine dell’anno.

La morsa dell’insicurezza alimentare acuta in queste aree si era allentata lo scorso anno grazie a un imponente incremento degli aiuti umanitari. I successi ottenuti, tuttavia, potrebbero essere rapidamente neutralizzati nei prossimi sei mesi, quando si prevede un aumento da 2 a 3,2 milioni del numero di persone afflitte da elevati livelli di insicurezza alimentare acuta.

Se la previsione si rivelasse corretta, si passerebbe dal 25% (in febbraio-aprile) al 40% della popolazione (in luglio-dicembre) vittima di elevati livelli di insicurezza alimentare acuta, anche se si continuasse a erogare assistenza alimentare umanitaria e a soccorrere le persone bisognose.

I fattori responsabili dell’insicurezza alimentare acuta:

• Il fattore principe è rappresentato dal declino economico. La crisi economica e l’inflazione perdurano, in uno scenario in cui la valuta yemenita è in caduta libera, i prezzi delle derrate alimentari sono in rialzo e le riserve di valuta estera appaiono in via di esaurimento. Da metà dicembre 2019 a metà giugno 2020, per esempio, la valuta locale (il rial yemenita) ha perso in media il 19% del suo valore rispetto al dollaro USA, scendendo al di sotto dei livelli critici del 2018.

• La guerra civile continua a essere un fattore determinante dell’insicurezza alimentare acuta.

• La pandemia di COVID-19 sta mettendo a rischio la disponibilità di generi alimentari, l’accesso ai viveri e l’approvvigionamento del mercato, nonché le opportunità di reddito e i salari. Le rigorose misure adottate per limitare la diffusione della pandemia hanno portato a ritardi nelle importazioni, alla formazione di barriere logistiche e a perturbazioni dei mercati. Anche le rimesse degli yemeniti emigrati all’estero sono diminuite del 20% circa e non vi sono segnali di un’inversione di tendenza a breve.

• Si moltiplicano le zone di riproduzione delle locuste del deserto e della Lafigma grazie a condizioni ecologiche favorevoli, tra cui le piogge, il che mette a repentaglio la produzione alimentare ben al di là dello Yemen e dell’intera regione.

• È prevista per quest’anno, per esempio, una produzione di cereali pari a 365 000 tonnellate, meno della metà dei livelli precedenti il conflitto interno.

• Le inondazioni che si sono abbattute in maniera repentina hanno già avuto un impatto devastante in alcune zone, mentre nei mesi a venire la maggior parte dei distretti situati lungo la costa araba sarà probabilmente colpita da cicloni.

“Il quadro che emerge dall’IPC parla di un paese ancora una volta sull’orlo di una gravissima crisi alimentare. Diciotto mesi fa, quando versavamo in condizioni analoghe, abbiamo beneficiato di generosi finanziamenti. Abbiamo usato saggiamente le risorse che ci sono state affidate, intensificando in maniera massiccia gli aiuti nei distretti in cui la popolazione era stremata dalla fame e più vulnerabile. I risultati sono stati sbalorditivi. Siamo riusciti a scongiurare una carestia. Questa volta, tuttavia, se non riceveremo subito i finanziamenti di cui abbiamo bisogno, non riusciremo a ripetere l’impresa,” ha annunciato Lise Grande, Coordinatrice umanitaria per lo Yemen.

“Gli abitanti dello Yemen sono resilienti, avendo già attraversato in passato molti periodi bui. Ma le calamità e le minacce che si trovano ad affrontare in questo momento sono troppe e tutte insieme: dalla pandemia di COVID-19 alle invasioni di locuste del deserto. I piccoli agricoltori e i nuclei familiari che dipendono dall’agricoltura per il proprio sostentamento hanno bisogno, ora più che mai, del nostro sostegno,” ha avvertito Hussein Gadain, Rappresentante FAO nello Yemen.

“Lo Yemen sta fronteggiando una crisi che si dirama su più fronti,” ha spiegato Laurent Bukera, Direttore del PAM per lo Yemen. “Non c’è tempo da perdere. Nel 2019, grazie a una straordinaria intensificazione degli aiuti, il PAM e i suoi partner sono riusciti a invertire il processo di sfacelo nelle zone più colpite del paese. Oggi stiamo già avvertendo le prime avvisaglie di pericolo, alle quali la pandemia di Coronavirus si aggiunge a creare una miscela esplosiva che potrebbe provocare danni ancora più devastanti se l’azione umanitaria dovesse essere rimandata.”

“Una rovinosa concomitanza di guerra, crisi economica, penuria alimentare e un sistema sanitario al collasso ha gettato milioni di bambini yemeniti in una situazione drammatica e l’emergenza COVID-19 potrebbe peggiorare ulteriormente le cose,” ha affermato Sherin Varkey, Rappresentante facente funzione dell’UNICEF nello Yemen. “Un numero sempre crescente di bambini piccoli sono a rischio di grave malnutrizione e necessitano di cure urgenti. Per salvare le vite di questi bambini è necessario intensificare gli aiuti e garantirli nel tempo.”

Cosa dobbiamo fare nell’immediato?

Le raccomandazioni dell’analisi IPC in merito agli interventi urgenti da attivare prevedono di:

• garantire aiuti alimentari agevoli e continuativi per salvare vite umane e salvaguardare la sussistenza degli individui esposti a livelli elevati di insicurezza alimentare acuta, compresi tra questi gli sfollati;

• risanare le infrastrutture idriche danneggiate dalle inondazioni e ridurre l’impatto delle inondazioni sui sistemi idrici e irrigui in futuro;

• assicurare sostegno agli agricoltori che hanno perso raccolti e pascoli a causa dei parassiti e degli shock climatici (infestazioni di locuste e Lafigma, inondazioni);

• promuovere buone pratiche nutrizionali a livello di singolo nucleo familiare tramite attività quali la diffusione di orti domestici e campagne di sensibilizzazione sulla sicurezza degli alimenti e dell’acqua;

• rafforzare il sistema di allarme rapido e il sistema di monitoraggio della sicurezza alimentare in generale per mitigare le conseguenze negative degli shock e per consentire una risposta rapida e coordinata.


[1] L’analisi IPC è stata condotta sulla base dei dati raccolti nel maggio 2020 in 133 distretti nei 13 governatorati dello Yemen meridionale nonché di una revisione dei fattori responsabili della fame e del loro impatto in queste zone nel secondo trimestre del 2020. Tra i fattori presi in considerazione si contano le inondazioni, le infestazioni di locuste del deserto e di Lafigma e un’ondata di scontri armati ad Al Jawf e Marib. Un’analisi IPC completa, comprensiva delle informazioni relative al resto del paese, dovrebbe essere pubblicata tra qualche mese.

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