Favola in occasione della Giornata della Memoria

In occassione della Giornata Internazionale di Commemorazione in Memoria delle Vittime dell’Olocausto che si celebra nel calendario delle Nazioni Unite il 27 gennaio, UNRIC Italia è lieta di proporre la Favola della Giornata della Memoria di Agnese Bizzarri e il disegno di Giorgio Pauri.

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Favola della Giornata della Memoria

“Vorrei mangiare i fiori di loto”, disse una voce dolce e gentile di una bambina. “E dimenticare l’orrore, il dolore, l’angoscia, la paura. I fiori di loto sono i fiori della dimenticanza. Nascono nel buio e nel fango ma sono puri, galleggiano sull’acqua. Sono simbolo di rinascita”. “Davvero?” rispose un folletto, alquanto stupito.

Ebbe inizio così un dialogo profondo e toccante tra Sara, una bambina ebrea e Tobin un folletto giallo abitante della foresta dei Maghi.

Sara cominciò a raccontare che erano esistiti luoghi dove avevano sterminato milioni di persone, dove i suoi nonni e bisnonni non avevano potuto scegliere di vivere ma qualcun altro aveva imposto loro la morte, la tortura, la sofferenza senza alcun motivo ma solo per il male.

“Vedi, io vorrei poter cancellare tutto e non sapere nulla”. Il folletto la guardava commosso. La sua esistenza trascorreva saggia, era una creatura del bosco ma conosceva la vita degli uomini e degli animali per un particolare incantesimo.

“Devi sapere, mia piccola Sara, che esiste dalle nostri parti un’isola delle dimenticanze dove si possono buttare via i ricordi atroci, le vite dolorose, le sofferenze, i disagi, gli amori finiti mali”, replicò il folletto.

“Sì sì, voglio andarci! E voglio che tutto rimanga lì. Che si dissolva, si disperda, si elimini. Così nessuno saprà nulla e tutto verrà cancellato”, rispose Sara molto decisa.

“Mia dolce Sara”, ribatté il folletto, “Così non sarai che anestetizzata, non avrai nomi e parole per le persone e le cose, non avrai memoria e tutto il male che hanno vissuto i tuoi parenti e i tuoi cari non sarà ricordato. In questo modo nessuno conoscerà gli orrori, ma così sarà pericoloso perché il male va ricordato cosi da non compierlo, non ripeterlo, non riviverlo. Necessario e fondamentale è il ricordo!.

La memoria è essenziale, è doverosa. Solo ricordando potrai superare il tuo, il loro, il nostro dolore. Cancellarlo sarà solo un anestetico e un errore, soprattutto per le nuove generazioni che devono sapere e ricordare per non commettere terribili orrori per l’umanità.

Sara invece che nell’isola delle dimenticanze ti porterò nelle stanze della memoria. E osserva bene, con cura, con rispetto e attenzione. Ogni piccola e grande cosa”.

Il folletto l’abbracciò stretta, la prese per mano e nelle stanze della memoria le raccontò cosa successe, le narrò lo sterminio dei milioni di ebrei, il dolore, le perdite, la follia, la morte, la tortura.

“Ci sono io. Non temere. Non avere paura. Dalle crepe entra la luce, dicono. La memoria è salva e piena di luce”.

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