15 ottobre – Il ruolo cruciale svolto dalle donne e dalle ragazze nel garantire la sostenibilità delle famiglie e delle comunità rurali è sempre più riconosciuto. Infatti, le donne contribuiscono in modo significativo alla produzione agricola, alla sicurezza alimentare, alla gestione del territorio e delle risorse naturali.

Mentre la povertà è diminuita a livello globale, 1 miliardo di persone continuano a vivere in condizioni di estrema povertà e sono principalmente concentrate nelle aree rurali. Inoltre, i tassi di povertà nelle aree rurali sono più elevati rispetto alle zone urbane, nonostante piccoli agricoltori producano circa l’80% del cibo in Asia e nell’Africa sub-sahariana e siano alla base del sostentamento di circa 2,5 miliardi di persone.

Nel settore agricolo le donne possono essere produttive e intraprendenti come loro controparti maschili, ma hanno minore accesso alla terra, al credito, ai mercati ed ottengono prezzi inferiori per i loro prodotti. Le barriere strutturali e le norme sociali discriminatorie continuano a limitare il ruolo delle donne nelle famiglie e nelle comunità rurali. Le donne e le ragazze non hanno pari accesso a risorse e beni produttivi, servizi pubblici come istruzione, assistenza sanitaria ed infrastrutture, inoltre gran parte del loro lavoro rimane invisibile e non retribuito. A livello globale, con poche eccezioni, tutti gli indicatori di genere e di sviluppo per i quali sono disponibili dati rivelano che le donne nelle aree rurali vivono in modo sproporzionato in condizioni di povertà, esclusione e subiscono maggiormente gli effetti dei cambiamenti climatici rispetto agli uomini.

Gli impatti dei cambiamenti climatici, compreso l’accesso alle risorse produttive e naturali, amplificano le disparità di genere esistenti nelle aree rurali. Infatti, i mutamenti climatici incidono sul benessere delle donne e degli uomini in modo diverso in termini di produzione agricola, sicurezza alimentare, salute, risorse idriche, migrazione, conflitti indotti dal clima e catastrofi naturali.

A livello globale, una donna su tre impiegata lavora in agricoltura. In questo settore le donne trattano manualmente i prodotti alimentari e l’80% delle famiglie senza acqua di conduttura fa affidamento su donne e ragazze per la raccolta dell’acqua. Nelle zone rurali, le donne sono spesso le prime a subire le conseguenze dei danni a risorse naturali e agricoltura. Ad esempio, un quarto del totale dei danni e delle perdite derivanti da catastrofi climatiche dal 2006 al 2016 è stato subito dal settore agricolo nei paesi in via di sviluppo, con un impatto significativo sulla sicurezza alimentare e sul potenziale produttivo delle donne e delle ragazze.

Di conseguenza, uno dei modi più efficaci per affrontare le minacce poste dai cambiamenti climatici è affrontare la disuguaglianza di genere. Le donne emancipate hanno una maggiore capacità di rispondere ai cambiamenti climatici e svolgono un ruolo importante nell’adozione di tecnologie a basse emissioni.