Global Humanitarian Overview 2022

Secondo il rapporto Global Humanitarian Overview (GHO) delle Nazioni Unite, saranno 247 milioni le persone che avranno bisogno di una qualche forma di assistenza e protezione umanitaria nel 2022, un aumento del 17% rispetto al 2020.

Il Rapporto GHO viene pubblicato su base annuale dall’ONU e dai vari partner include 37 strategie di intervento per 63 paesi, stimando siano necessari 41 milioni di dollari per fornire assistenza umanitaria alle persone più vulnerabili, che ammontano a 183 milioni.

“La crisi climatica sta colpendo per prima i più vulnerabili e in modo più duro. Il trascinarsi di lunghi conflitti, il peggioramento dell’instabilità in varie aree del mondo, come in Etiopia, Myanmar e Afghanistan” ha detto Martin Griffiths, Direttore di UN Humaniarian Affairs. “E ovviamente la pandemia di COVID-19, di cui siamo stati ricordati recentemente, non è ancora finita” con gli stati poveri privati dei vaccini. “Il mio obiettivo è che questo appello globale possa in qualche modo ravvivare la speranza di cui milioni di persone hanno disperato bisogno”.

L’estrema povertà è in crescita

Secondo il Rapporto Global Humanitarian Overview, più dell’1% della popolazione mondiale è sfollata e la povertà estrema sta aumentando. Nella maggior parte delle crisi, le donne e le ragazze soffrono di più, siccome le disuguaglianze ed i rischi legati al genere sono maggiori.

Ci sono inoltre 45 milioni di persone che vivono in 43 paesi a rischio di carestia, ha sottolineato Griffiths. Per prevenire la fame a livello mondiale e per affrontare le maggiori minacce che causano insicurezza alimentare: conflitti, la crisi climatica, il COVID-19 e le crisi economiche, 120 organizzazioni della società civile – tra cui quasi 100 con sede nei paesi interessati dal problema della fame – hanno redatto una lettera comune invitando i leader mondiali a dare una risposta urgente ed adeguata al problema.

Gli aiuti umanitari sono importanti e possono fare la differenza” ha detto Griffiths, ma ha sottolineato che “non è la soluzione, come vediamo in Afghanistan. L’assistenza non è un rimedio, non è un modo per stabilizzare le società. Non sostituisce l’assistenza allo sviluppo, la base della società e dell’economia. È qualcosa in più, è un salvagente.

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