I prezzi dei prodotti alimentari mondiali in calo in luglio

Gli oli vegetali e i cereali spingono verso il basso l’Indice FAO dei prezzi dei prodotti alimentari

05/08/2022

Roma – L’indice di riferimento dei prezzi dei prodotti alimentari mondiali ha fatto registrare, in luglio, una significativa battuta d’arresto, con una contrazione a due cifre per i prezzi dei principali cereali e oli vegetali. A darne notizia in data odierna è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO).

L’Indice FAO dei prezzi dei prodotti alimentari, che è attentamente monitorato, ha raggiunto, in luglio, un valore medio di 140,9 punti, in frenata dell’8,6 percento rispetto a giugno, un dato che segna il quarto calo mensile consecutivo dopo il record assoluto toccato all’inizio dell’anno. L’Indice, che rileva le variazioni mensili dei prezzi internazionali di un paniere di generi alimentari comunemente oggetto di scambi commerciali, si è comunque attestato su un valore superiore di 13,1 punti percentuali, rispetto al dato registrato nel luglio 2021.

“Questa scia di contrazioni dei prezzi dei prodotti alimentari rispetto a valori estremamente alti è un segno positivo, soprattutto se osservato dalla prospettiva dell’accesso al cibo; permangono, tuttavia, numerose incertezze, compresi gli elevati prezzi dei fertilizzanti, che possono compromettere il futuro panorama produttivo e la sussistenza degli agricoltori, nonché i movimenti di valute, in un quadro complessivo di fosche previsioni economiche, cosa che mette a dura prova la sicurezza alimentare mondiale,” ha dichiarato Maximo Torero, Economista capo della FAO.

Rispetto a giugno, l’Indice FAO dei prezzi degli oli vegetali è precipitato, in luglio, del 19,2 percento, facendo segnare il dato più basso degli ultimi 10 mesi. In caduta libera anche le quotazioni internazionali di tutti i tipi di oli, per ragioni diverse: i prezzi dell’olio di palma, a seguito della prospettiva di ampie disponibilità per l’esportazione fuori dall’Indonesia, quelli dell’olio di colza, in risposta alla previsione di consistenti nuove forniture e quelli dell’olio di soia, a causa del protratto ristagno della domanda. Altrettanto marcata è stata la diminuzione dei prezzi dell’olio di girasole, a fronte di una frenata della domanda di importazioni a livello globale, nonostante le ininterrotte incertezze logistiche nella regione del Mar Nero. Anche la riduzione dei prezzi del petrolio greggio ha concorso a spingere verso il basso il valore degli oli vegetali.

Nel corso del mese, l’Indice FAO dei prezzi dei cereali si è contratto dell’11,5 percento, pur attestandosi su un valore superiore del 16,6 percento rispetto a luglio 2021. La traiettoria verso il basso ha interessato le quotazioni di tutti i cereali rappresentati nell’indice, a cominciare dal grano, i cui prezzi, a livello mondiale, sono crollati fino al 14,5 percento, in parte, in seguito all’accordo raggiunto tra Ucraina e Federazione russa per sbloccare le esportazioni dai principali porti del Mar Nero e, in parte, alla luce delle disponibilità stagionali garantite dalle raccolte in corso nell’emisfero settentrionale. I prezzi mondiali dei cereali secondari sono scesi dell’11,2 percento, in luglio, mentre le quotazioni del mais hanno fatto registrare un crollo del 10,7 percento, sia in seguito all’accordo del Mar Nero, sia a fronte di un aumento delle disponibilità stagionali in Argentina e Brasile. Anche le quotazioni internazionali del riso hanno subito, per la prima volta nel 2022, una battuta d’arresto.

L’asticella dei prezzi si è abbassata rispetto a giugno, anche per l’Indice FAO dei prezzi dello zucchero (-3,8 percento), in un clima di preoccupazione per il futuro della domanda (che potrebbe essere messa a repentaglio da un plausibile ulteriore rallentamento economico mondiale), l’indebolimento del real brasiliano e la flessione dei prezzi dell’etanolo. Tali eventi potrebbero avere come conseguenza un incremento della produzione di zucchero in Brasile, nel corso del mese, maggiore di quanto previsto in precedenza. Anche i segnali di un aumento delle esportazioni, nonché di buone prospettive di produzione in India, hanno contribuito ad abbattere i prezzi mondiali dello zucchero, mentre il clima caldo e arido osservato nell’Unione europea, che fa temere una riduzione delle rese di barbabietola da zucchero, ha impedito un tracollo ancora più netto dei prezzi.

L’Indice FAO dei prodotti lattiero-caseari è diminuito del 2,5 percento rispetto a giugno, in un contesto di attività commerciale assai fiacca, pur facendo segnare un valore ancora superiore del 25,4 percento, in media, rispetto al dato del luglio 2021. In flessione, le voci di prezzo relative a latte in polvere e burro, mentre le quotazioni del formaggio sono rimaste stabili, sorrette dalla domanda delle destinazioni turistiche europee.

Segno meno, infine, per l’Indice FAO dei prezzi della carne, che, in luglio, sono diminuiti dello 0,5 percento rispetto a giugno, per effetto dell’indebolimento della domanda di importazioni di carni bovine, ovine e suine. In controtendenza rispetto agli altri indicatori, i prezzi internazionali della carne di pollame hanno raggiunto un record assoluto, complici una solida domanda globale di importazioni e l’esigua disponibilità di forniture dovuta ai focolai di influenza aviaria nell’emisfero settentrionale.

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