Le imprese devono creare meccanismi di reclamo che permettano ai lavoratori di denunciare traffico o sfruttamento senza il rischio di perdere il proprio impiego o lo status di residente, ha affermato la giudice Maria Grazia Giammarinaro, Relatrice speciale ONU sulla tratta contro gli esseri umani, presentando il proprio  rapporto sul tema all’Assemblea Generale. 

“I lavoratori vittime di traffico o serio sfruttamento si trovano a fronteggiare molte sfide che ne pregiudicano l’accesso a meccanismi di reclamo, giudiziali e non. Nella maggior parte dei casi, le principali preoccupazioni dei lavoratori sono il mancato pagamento di quanto loro dovuto; il mantenimento dei contratti di lavoro; il miglioramento delle condizioni di lavoro. Tuttavia, il ricorso a tali meccanismi risulta spesso nella perdita del posto di lavoro e nell’incertezza circa la possibilità di recuperare salari e altre voci non pagate”,  ha spiegato Giammarinaro, aggiungendo: “ I lavoratori migranti hanno ulteriori preoccupazioni, come la paura di essere deportati, che gli impedisce di presentare reclami alle autorità. In tale caso particolare i datori di lavoro li hanno ripetutamente minacciati di far dipendere visti, permessi di lavoro o residenza dal contratto di lavoro. E’ una conseguenza delle attuali politiche restrittive in molti Stati, dove migranti privi di documenti sono tempestivamente trasferiti senza che sia loro concesso il tempo di un esame preliminare per accertare se si tratti di vittime di tratta”.

La Relatrice speciale ha chiesto alle imprese di agire subito. ”Occorre che il mondo del lavoro stabilisca procedure che permettano a tutti i lavoratori accesso a meccanismi di reclamo e di denuncia dello sfruttamento senza il timore di essere deportati o di perdere il lavoro. Nel caso si riscontri una situazione di sfruttamento, questi meccanismi debbono essere in grado di fornire soluzioni praticabili lungo tutta la filiera, dal sub-appaltante che deve migliorare le condizioni di lavoro all’impresa affiliate che deve poter fornire ai lavoratori opportunità alternative in caso di fine del contratto. Tale Sistema”, ha aggiunto Giammarinaro, “ dovrebbe includere anche misure sullo status di residenza, quando occorra, in cooperazione con i governi ospiti.”

“Chiedo alle compagnie di collaborare con i lavoratori e i loro rappresentanti per sviluppare i meccanismi di reclamo, basati sulla collaborazione tra istituzioni pubbliche, mondo imprenditoriale e interlocutori sociali. Questi ed altri meccanismi dovrebbero essere di facile accesso e fondati sulla fiducia. Fiducia che si può solo raggiungere quando i lavoratori e i loro rappresentanti sono coinvolti direttamente nell’ideazione, attuazione e monitoraggio di questi strumenti. In breve, tali meccanismi possono funzionare solo se le voci dei lavoratori si fanno sentire”, ha commentato l’esperta ONU. 

Maria Grazia Giammarinaro ha espresso apprezzamento per la legislazione sulla trasparenza adottata da alcuni Paesi, sollecitando comunque a continuare ad agire:”Occorre andare oltre al livello degli obblighi minimi di resoconto e ambire a un maggior impegno da parte delle compagnie”, ha concluso la Relatrice speciale, che per la redazione del rapporto ha incontrato sindacati e una vasta gamma di parti in causa, comprese iniziative quali il Fair Food Programme. 

 

Ms Maria Grazia Giammarinaro (Italy) was appointed as Special Rapporteur on trafficking in persons, especially women and children by the UN Human Rights Council in June 2014. She has been a Judge since 1991 and currently serves as a Judge at the Civil Court of Rome. She was the Special Representative and Coordinator for Combating Trafficking in Human Beings of the OSCE, and served in the European Commission’s Directorate-General for Justice, Freedom and Security in Brussels, where she was responsible for combating human trafficking and sexual exploitation of children. Ms Giammarinaro drafted the EU Directive on preventing and combating trafficking in human beings and protecting its victims.

 

The Special Rapporteurs are part of what is known as the Special Procedures of the Human Rights Council. Special Procedures, the largest body of independent experts in the UN Human Rights system, is the general name of the Council’s independent fact-finding and monitoring mechanisms that address either specific country situations or thematic issues in all parts of the world. Special Procedures’ experts work on a voluntary basis; they are not UN staff and do not receive a salary for their work. They are independent from any government or organization and serve in their individual capacity.

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