L’UNCTAD valuta in uno studio gli effetti del COVID-19 sulle reti produttive globali

Ginevra, 4 marzo 2020 – L’UNCTAD (Conferenza ONU su commercio e sviluppo) ha pubblicato oggi una nota tecnica dal titolo Global trade impact of the Coronavirus (COVID-19) Epidemic che valuta l’impatto economico del virus.

La Cina è stato il maggior esportatore mondiale negli ultimi vent’anni e parte integrante delle reti produttive globali, affermandosi come un attore decisivo nella fornitura di componenti per molti prodotti, tra cui autoveicoli, telefoni cellulari, equipaggiamento medico e altro.

Nell’ultimo mese, la Cina ha visto una drammatica riduzione del suo Purchasing Manager’s Index (PMI) a 37.5, il più basso dal 2004. Questo calo, che si traduce in una riduzione del 2% nella produzione su base annua, è una conseguenza diretta della diffusione del COVID-19.

Tale contrazione del 2% della produzione cinese si riverbera nell’economia globale, causando una diminuzione che è stata finora stimata a circ50 miliardi di dollari billion nel mondo. I settori maggiormente colpiti comprendono strumenti di precisione, macchinari, componenentistica auto e apparati per la comunicazione.

European Union, USA, Giappone, Corea del Sud e Vietnam tra i più colpiti (vedi tavola I).

Anche se lo scoppio dell’epidemia è stato contenuto in Cina, il fatto che I fornitori cinesi siano essenziali per molte aziende nel mondo comporta che gli effetti di qualunque scompenso produttivo in Cina si ripercuotano al di laà dei suoi confini, con unimpatto nelle catene produttive di valore europee, americane e orientali.

La stima degli effetti globali è soggetta a variazioni in funzione del contenimento del virus e di cambiamenti nelle fonti di approvigionamento.

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