Messaggio del Segretario Generale per la Giornata Internazionale per la commemorazione e prevenzione del genocidio

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Il 9 dicembre si celebra la Giornata internazionale per la commemorazione e per la dignità delle vittime di genocidio e della prevenzione di questo crimine, nonché il 71° anniversario della Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio.

La Convenzione rappresenta l’impegno della comunità internazionale affinché non si verifichi mai più un crimine del genere, e fornisce la prima definizione giuridica internazionale di “genocidio”,  stabilendo inoltre l’obbligo per gli Stati Parte di prevenire e punire tale. In totale 152 Stati hanno aderito alla Convenzione da quando è stata adottata nel 1948.

In occasione di questa Giornata internazionale, riportiamo di seguito le parole del Segretario Generale António Guterres:

“In questo giorno ricordiamo e rendiamo omaggio alle vittime del terribile crimine di genocidio. Riflettiamo, inoltre, su cosa possiamo fare di più per assumerci le responsabilità previste dalla Convenzione sul genocidio.

Troppo spesso il mondo ha deluso le popolazioni minacciate da genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e pulizia etnica. Gli esempi sono molti, e noi li conosciamo bene, ma rimangono un flagello, ancora oggi, causando grandi sofferenze. E l’impatto devastante sulle vittime, sulle comunità e sulla società nel suo complesso può richiedere generazioni per essere superato e guarito.

Agire rapidamente ai primi segnali di allarme e investire nella prevenzione primaria può salvare vite umane e prevenire i tentativi di distruggere, in tutto o in parte, i gruppi vulnerabili. Quando vediamo persone che si trovano ad affrontare discriminazioni sistematiche o che diventano bersagli di violenza semplicemente per la loro identità, dobbiamo agire, sia per difendere coloro che sono a rischio immediato sia coloro che potrebbero essere in pericolo in futuro. Promuovendo una cultura di pace e di non violenza che includa il rispetto per la diversità e la non discriminazione, possiamo costruire società resistenti al rischio di genocidio.

L’imperativo di prevenire il genocidio non è solo morale; è un obbligo giuridico sancito dall’articolo I della Convenzione. Infatti, l’obbligo primario di prevenire il genocidio spetta agli Stati. Mi congratulo con Turkmenistan, Dominica e Mauritius per aver risposto al mio appello dello scorso anno per la ratifica universale della Convenzione sul genocidio. Esorto i 42 Stati che devono ancora ratificare la Convenzione a farlo in via prioritaria.

La società civile, i leader religiosi, i media e gli insegnanti svolgono un ruolo importante. Quest’anno ho lanciato due iniziative, la Strategia e il Piano d’azione ONU sui discorsi d’odio e il Piano d’azione per la protezione dei siti religiosi, che mirano a stimolare il nostro lavoro e a incoraggiare i contributi di questi partner, lavorando di pari passo con gli Stati.

Investire nella prevenzione è oggi particolarmente urgente. In tutto il mondo assistiamo a un’impennata allarmante di xenofobia, razzismo, antisemitismo, odio e attacchi contro i cristiani, spesso alimentati da ideologie nazionaliste e populiste. In questo giorno è importante riconoscere che l’Olocausto non è iniziato con le camere a gas, né i genocidi in Ruanda, Srebrenica o Cambogia sono iniziati con uccisioni di massa. Sono stati tutti preceduti da discriminazioni, discorsi di odio, incitamento alla violenza e disumanizzazione dell'”altro”.

Rendiamo omaggio alle vittime di questo vergognoso crimine ricordando la loro sofferenza e impegnandoci nuovamente per l’uguaglianza e la prevenzione, non solo nelle nostre parole ma anche nelle nostre azioni.”