Tavola Rotonda – La Rinascita dell’Economia Globale per lo Sviluppo Sostenibile

L’iniziativa del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha portato intorno a un tavolo virtuale 10 giovani economiste da tutto il mondo per discutere due aspetti fondamentali per la ripresa dopo la pandemia, l’azione per il clima e il lavoro. L’incontro, presieduto dal Vice Segretario Generale delle Nazioni Unite Amina Mohamed, ha dato voce alle interessanti ed eterogenee prospettive di queste ricercatrici e al loro innovativo contributo in merito a due problemi così pressanti e interconnessi, come il cambiamento climatico e la disoccupazione.

L’intervento di Julie Rozenberg, economista del gruppo per lo Sviluppo Sostenibile della Banca Mondiale, si è soffermato sulla necessità di attivare e accelerare la transizione verso le energie rinnovabili, il cui potenziale per la creazione di nuovi posti di lavoro è in continua ascesa. Sullo stesso punto è intervenuta Nadia Ouedraogo, ricercatrice presso l’Università delle Nazioni Unite, che ha parlato dei benefici in termini di investimenti che la transizione energetica può portare al continente africano, grazie alla sua ricchezza di fonti rinnovabili.

Nel corso del panel è stato sollevato il tema delle conseguenze della pandemia sui sistemi economici già fragili dei paesi in via di sviluppo. A destare la preoccupazione di Laura Carvalho, professoressa di Economia all’Università di San Paolo in Brasile, è l’aumento esponenziale del debito pubblico contratto dagli Stati per finanziare le misure di emergenza, che potrebbe portare a una spirale di misure di austerità fiscale e politiche restrittive che non farebbero che esacerbare le diseguaglianze già esistenti.

Il brillante intervento dell’economista britannica Kate Raworth ha posto l’accento sulla necessità di rivedere completamente i modelli economici che fungono da struttura portante per le decisioni politiche. “Il presupposto di base di una crescita economica senza fine deve essere messo in discussione, non esiste niente in natura che cresca all’infinito senza distruggere sé stesso e l’ecosistema in cui vive” ha affermato la docente di Oxford.

Le diverse voci si sono trovate concordi nell’affermare che la transizione verso un’economia più sostenibile non può essere rimandata, ma questo cambiamento deve essere sfruttato come un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro per i giovani. Inoltre, i lavoratori che soffriranno la perdita di posti di lavoro tradizionali legati all’economia del carbonio, dovranno essere accompagnati attraverso la transizione e potranno imparare nuove capacità per adattarsi ai nuovi posti di lavoro.  Lo stato ha un ruolo fondamentale in questi cambiamenti come ha sottolineato l’economista Sudafricana Busi Sibeko.

In conclusione, è necessario superare l’apparente contraddizione tra la protezione dell’ambiente e la crescita economica per ricostruire un’economia più consapevole, equa e sostenibile guidata governi efficienti che rispettino il patto sociale con i loro cittadini e garantiscano il benessere delle persone e del pianeta.

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