Valentina Lovat, giovane ricercatrice italiana, promuove l’innovazione per un oceano sano e sostenibile

In quest’intervista, Valentina Lovat ci fornisce una panoramica del lavoro che ha svolto per promuovere la conoscenza dell’oceano. Prima di ricoprire il ruolo di Ocean Literacy Consultant (figura professionale esperta che offre consulenze in ambito oceanografico), Valentina lavorava come stagista nell’ufficio di progettazione della Commissione oceanografica intergovernativa dell’UNESCO (IOC-UNESCO) presso l’Ufficio Regionale UNESCO per la Scienza e la Cultura in Europa. Ha completato i suoi studi post-laurea in Scienze Marittime e attualmente sta studiando management con un focus sul business sostenibile e sull’innovazione.

Essendo una cofondatrice della piattaforma per giovani esploratori Kiwi the Explorer, Valentina Lovat al momento sta collaborando attivamente con dei designer italiani per valorizzare il patrimonio naturale, culturale e immateriale. Nel ruolo di coordinatrice della comunicazione creativa, ha lavorato assieme a Worldrise, un’organizzazione no profit italiana che si occupa di tutelare e migliorare le condizioni dell’ecosistema marino.

 

Da dove viene l’ispirazione che sta alla base del tuo interesse per le scienze marine e per la diffusione della conoscenza sull’oceano?

Viene dalla personale esperienza che ho con il mare. Prima di concentrarmi sulla Ocean Literacy, ho dedicato i miei studi alla comprensione dell’importanza dei superpredatori sia per la salute dell’ecosistema sia per l’economia locale ai fini dello sviluppo della comunità. Durante questo percorso ho compreso quanto sia fondamentale condividere esperienze, comportamenti e conoscenze con gli altri per favorire un cambiamento duraturo, rendendo le persone più consapevoli dell’impatto che le loro azioni quotidiane hanno sulla salute degli oceani.

Speravo anche di aumentare la loro consapevolezza sul ruolo centrale che l’oceano svolge nella vita quotidiana e quanto sia importante per l’economia e per il nostro benessere. Per questo motivo ho deciso di dedicare la mia vita alla promozione dell’importanza dell’oceano con l’obiettivo di innescare un cambiamento sia negli stili di vita delle persone che nelle pratiche economiche adottate finora e di incoraggiare l’innovazione per portare il mondo verso la giusta direzione.

 

Qual è stata la tua esperienza di lavoro come donna nel campo della Ocean Literacy? Cosa diresti alle giovani donne interessate a questo mondo?

Consiglio vivamente di scegliere una carriera in questo settore perché ti dà l’opportunità di aprire la mente, di non smettere mai di imparare e di comprendere tante tematiche e discipline diverse. Lavorare nel settore della Ocean Literacy non significa necessariamente sacrificare la propria passione per la ricerca, al contrario, significa essere in grado di spiegare e rendere i dati e le scoperte accessibili alla società.

A volte, essere donna in questo settore è difficile. Fin dall’inizio, quando facevo la volontaria, ho vissuto episodi di disparità di genere. Per quanto pesante sia stata, questa esperienza mi ha anche resa più consapevole e pronta ad affrontare eventuali situazioni analoghe future.

Comunque devo ammettere che essere una donna non è mai stato un impedimento per me.

Il consiglio più grande che posso dare alle ragazze che iniziano una carriera nelle scienze del mare è di essere determinate, umili e di analizzare in maniera critica l’ambiente. Direi loro di credere sempre in loro stesse, di non smettere mai di sognare magari fissando piccoli obiettivi da raggiungere giorno per giorno.

Oltre a tutto questo, è fondamentale essere curiosi, leggere e rimanere aggiornati sulle principali sfide e opportunità che offre questo campo, trovando ovviamente le giuste fonti per approfondire la propria conoscenza. È bene essere aperti a collaborazioni e al volontariato, poiché è proprio grazie ad esperienze del genere che è possibile ascoltare le opinioni degli altri, osservare come le persone si comportano e agiscono, essere davvero sul campo. La collaborazione è poi imprescindibile per indirizzare il mondo verso la sostenibilità sociale ed ambientale. Che sia una collaborazione o del volontariato, è importante ricevere e dare feedback in maniera aperta.

Il campo della Ocean Literacy è dinamico, implica comunicazione ed esperienza sul campo. Mi piace molto anche entrare in contatto con le persone, le comunità, i progetti per comprendere ciò che già esiste, ciò di cui c’è bisogno, cosa funziona e come migliorare. Lo spazio digitale ha creato moltissime nuove possibilità e mi ha messa in contatto con nuovi progetti e con giovani che lavorano in questo settore.

 

Quanto è importante la Ocean Literacy, in particolare per i giovani? Che ruolo gioca l’innovazione nella gestione sostenibile dell’oceano?

Le nuove generazioni saranno la classe dirigente e gli innovatori del futuro, quindi la Ocean Literacy, l’educazione all’oceano, è fondamentale per loro. Eppure, ironicamente, tutt’oggi l’oceano non fa parte dei programmi scolastici, nonostante sia esso a determinare e regolare il clima e le condizioni metereologiche. Il cambiamento climatico rappresenta la sfida più significativa che il mondo sta affrontando attualmente e che continuerà ad affrontare negli anni a venire. Di fatto, più della metà del PIL mondiale dipende da un oceano sano.

Se vogliamo affrontare il cambiamento climatico e muoverci verso un futuro sostenibile, dobbiamo prima capire il ruolo dell’oceano e iniziare a considerarlo parte della nostra quotidianità. Le strategie di business che vengono adottate al giorno d’oggi non sono sostenibili: non sono in grado di affrontare i problemi dei nostri giorni e gestire le risorse in modo realistico. Abbiamo bisogno che l’economia e il settore privato permettano lo sviluppo della nostra società, ma dobbiamo indirizzarli verso nuove opportunità e modelli migliori da seguire.

Per esempio, le attuali pratiche di pesca non sono sostenibili. Devono cambiare in modo da soddisfare non solo la domanda della nostra popolazione in crescita, ma anche quella delle generazioni a venire. L’industria dell’energia deve trovare nuove opportunità per soddisfare la domanda globale senza accelerare il cambiamento climatico. Alcune di queste soluzioni sono legate proprio alla gestione delle risorse dell’oceano. La Ocean Literacy accelera il processo di innovazione fornendo conoscenza, consapevolezza e facendo interagire diverse aziende per promuovere la ricerca e scoprire nuove opportunità.

 

Qual è il prossimo passo per la sua carriera?

Vorrei creare una rete tra varie imprese per incentivare l’innovazione, in modo particolare negli ambienti urbani, nel turismo e nell’industria della moda. Allo stesso tempo, spero di educare e responsabilizzare le prossime generazioni riguardo le nuove opportunità, come l’economia circolare, il potenziale delle alghe, l’importanza della conservazione marina e delle nuove tecnologie energetiche. In questo modo, li aiuterei a sviluppare le competenze comunicative di cui necessiteranno in futuro. Come ho già detto, la collaborazione è fondamentale per portare il mondo verso una sostenibilità sociale ed ambientale e cambiare in modo cruciale la normale gestione delle attività e della routine quotidiane.

 

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Questo articolo è una traduzione dell’intervista originale in inglese che può essere letta qui.

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