Alice Wairimu Nderitu, Consigliere speciale ONU per la prevenzione del genocidio, sulla situazione in Medio Oriente e sull’ordinanza della Corte internazionale di giustizia del 26 gennaio 2024

Il Sottosegretario Generale delle Nazioni Unite e Consigliere speciale per la prevenzione del genocidio, Alice Wairimu Nderitu, ribadisce di essere ancora sconvolta dalla situazione in Medio Oriente e dall’insopportabile perdita di vite umane nella regione, con accuse di violazioni del diritto internazionale.
Wairimu Nderitu ribadisce la sua dichiarazione del 15 ottobre e l’appello – ribadito in diversi altri impegni pubblici – per un cessate il fuoco umanitario, il pieno rispetto del diritto internazionale e la priorità della protezione dei civili e per l’intensificazione degli sforzi diplomatici per porre fine a questa crisi. Sottolinea che “i civili non dovrebbero mai pagare il prezzo di un conflitto di cui non sono responsabili. I loro diritti più elementari devono essere protetti e preservati e i loro bisogni umanitari devono essere soddisfatti”.
Il Consigliere speciale fa eco alla dichiarazione del 26 gennaio attribuibile al Portavoce del Segretario generale che prende atto dell’ordinanza della Corte internazionale di giustizia del 26 gennaio 2024 che indica misure provvisorie nel caso relativo all’applicazione della Convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio nella Striscia di Gaza (Sudafrica c. Israele). La Corte ha ordinato a Israele, tra l’altro, in conformità con gli obblighi previsti dalla Convenzione sul genocidio, “di adottare tutte le misure in suo potere” nei confronti dei palestinesi di Gaza per impedire la commissione di atti che rientrano nell’ambito di applicazione dell’articolo II della Convenzione. Tra questi l’uccisione, il causare gravi danni fisici o mentali, l’infliggere deliberatamente condizioni di vita calcolate per portare alla distruzione del gruppo e l’imporre misure volte a impedire le nascite, nonché di “garantire con effetto immediato che le sue forze militari non commettano nessuno degli atti sopra descritti”.
Inoltre, la Corte ha indicato “che Israele deve prendere tutte le misure in suo potere per prevenire e punire l’incitamento diretto e pubblico a commettere genocidio nei confronti dei membri del gruppo palestinese nella Striscia di Gaza”.
A questo proposito, né il Segretario generale né il Consigliere speciale prendono posizione in relazione ai procedimenti giudiziari in corso presso la Corte.
Facendo eco alle parole del Segretario generale, il Consigliere speciale ribadisce che le violazioni del diritto internazionale umanitario non possono mai giustificare la punizione collettiva della popolazione di Gaza.
“I civili devono essere protetti in ogni momento da entrambe le parti,” ha ricordato il consigliere speciale Wairimu Nderitu. Il Consigliere speciale invita inoltre tutti gli attori coinvolti a rafforzare la loro determinazione a trovare soluzioni per porre fine al conflitto. Ciò richiede innanzitutto di garantire la protezione dei civili e delle infrastrutture civili in conformità con il diritto internazionale. Ciò include la restituzione sicura di tutti gli ostaggi ancora detenuti da Hamas a Gaza e l’indagine sugli atti di violenza sessuale nel contesto degli attacchi del 7 ottobre 2023 e delle loro conseguenze.
Il consigliere speciale fa inoltre eco alla preoccupazione del Segretario generale per gli effetti di ricaduta in Cisgiordania e in tutta la regione e sollecita l’immediata attenuazione delle tensioni. “I commenti infiammatori, la retorica disumanizzante e i discorsi di odio possono solo contribuire ad accendere ulteriore violenza e a ridurre lo spazio per porre fine al conflitto. I leader politici hanno la particolare responsabilità di astenersi dall’utilizzare tali narrazioni cariche di odio e di attuare tutte le misure possibili per disinnescare le tensioni in corso”.
Il Consigliere speciale ribadisce inoltre la sua preoccupazione per l’impatto che questo conflitto continua ad avere in tutto il mondo.“È essenziale che vengano messi in atto tutti gli sforzi per far coesistere pacificamente le comunità e per affrontare in modo costruttivo e pacifico tutte le rimostranze, tanto nella regione stessa quanto in tutti i Paesi e le regioni in cui le ostilità in corso continuano ad avere un impatto”.
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