Alti tassi di obesità infantile allarmanti dato l’impatto della pandemia

Secondo il nuovo rapporto COSI (Childhood Obesity Surveillance Initiative) dell’OMS, in alcuni Paesi della regione europea, l’obesità e il sovrappeso colpiscono 1 bambino su 3 di età compresa tra i 6 e i 9 anni. 

Il rapporto si basa sui dati raccolti in 36 Paesi durante gli anni scolastici 2015-2016 e 2016-2017, per un totale di circa 250mila bambini in età scolare. I dati mostrano che, nel periodo oggetto di studio, l’obesità ha colpito il 13% dei bambini e il 9% delle bambine.

I Paesi più colpiti

Le percentuali più elevate di sovrappeso e obesità infantile sono state osservate nei Paesi del Mediterraneo, come Grecia, Italia, Portogallo e Spagna, dove oltre il 40% dei bambini risulta in sovrappeso La situazione sta però iniziando a migliorare.

“I dati del COSI mostrano una tendenza al calo dell’obesità infantile nei Paesi che hanno i più alti tassi di obesità”, ha spiegato Nino BerdzuliDirettore della Divisione dei Programmi Sanitari Nazionali presso l’Ufficio dell’OMS per l’Europa. Il calo è legato alla decisione di alcuni di questi Paesi di implementare le misure raccomandate dall’OMS per contrastare l’obesità, come l’introduzione di tasse sulle bevande zuccherate, restrizioni sul marketing alimentare e lezioni di educazione fisica.

L’impatto della pandemia sull’obesità infantile 

Gli alti tassi di obesità e sovrappeso registrati rimangono però preoccupanti, soprattutto alla luce della pandemia. Secondo il Direttore Regionale dell’OMS per l’Europa Hans Kluge, “il COVID-19 potrebbe potenzialmente amplificare l’aumento dell’obesità infantile, una delle tendenze più allarmanti nella regione europea dell’OMS”.

La chiusura delle scuole può infatti influire sull’accesso ai pasti scolastici e sul tempo dedicato all’attività fisica dei bambini. Le strategie di prevenzione dell’obesità infantile dovrebbero quindi rimanere una priorità durante la pandemia.

Quello che dobbiamo fare per illuminare il futuro delle giovani generazioni è attuare politiche basate sulla scienza e sui dati che possono aiutare a ridurre l’obesità infantile, promuovendo al contempo diete più sane e attività fisica”, ha spiegato il Direttore Kluge.

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