Crisi ad Haiti: Il capo delle Nazioni Unite chiede “azioni urgenti” per porre fine all’insicurezza dilagante

5 marzo 2024

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha ribadito martedì la sua profonda preoccupazione per il “rapido deterioramento” della situazione della sicurezza ad Haiti, mentre le bande violente stringono la presa sul Paese sulla scia di un’evasione nel fine settimana che ha visto quasi 4.000 criminali tornare nelle strade.

 

Le Nazioni Unite chiedono pace e sicurezza

Il portavoce delle Nazioni Unite Stéphane Dujarric ha dichiarato ai giornalisti a New York che António Guterres vuole vedere “un’azione urgente, in particolare nel fornire sostegno finanziario alla missione multinazionale di supporto alla sicurezza”, che il Consiglio di Sicurezza ha autorizzato nel tentativo di ripristinare la legge e l’ordine nella nazione in crisi, la più povera dell’emisfero occidentale.

Il Kenya e Haiti hanno firmato pochi giorni fa un accordo che prevede che un contingente di 1.000 ufficiali kenioti guiderà la missione di supporto, anche se non è chiaro se l’alta corte del Kenya permetterà di procedere in mezzo a sfide costituzionali.

Il Benin ha confermato la scorsa settimana che fornirà personale alla missione, che Dujarric ha ricordato non essere una forza di pace delle Nazioni Unite. “Questa forza dovrà rispondere alle pressanti esigenze di sicurezza del popolo haitiano e impedire che il Paese precipiti in un ulteriore caos”, ha dichiarato.

Ad aumentare l’insicurezza è la posizione del Primo Ministro Ariel Henry, che si trovava nella capitale keniota per firmare l’accordo, ma non è ancora tornato ad Haiti, che vive sotto uno stato di emergenza di 72 ore e un coprifuoco.Circa l’80% della capitale è ora controllato dalle bande armate che lunedì hanno cercato di prendere il controllo del principale aeroporto di Haiti nel tentativo di spodestare l’attuale governo e impedire il ritorno del controverso premier.

 

Continuano le morti e gli sfollamenti

L’ufficio per gli affari umanitari delle Nazioni Unite, OCHA, ha riferito che le nuove violenze e i disordini nella capitale hanno portato circa 15.000 persone a fuggire dalle loro case, molte delle quali erano già sfollate in precedenza.

“Nonostante le limitazioni alla sicurezza, i nostri partner umanitari sul campo hanno iniziato a rispondere a questi nuovi sfollati fornendo cibo, kit igienici e sanitari, materassi, coperte e lenzuola e lampade”, ha dichiarato il portavoce delle Nazioni Unite.

Il Programma Alimentare Mondiale (PAM) e i partner hanno consegnato oltre 5.500 pasti caldi a circa 3.000 persone che vivono in tre nuovi siti di sfollamento, mentre l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha iniziato a distribuire materiale per ripari d’emergenza a più di 300 famiglie.

La comunità umanitaria di Haiti chiede a tutte le parti di porre immediatamente fine alle violenze, ha sottolineato Dujarric, per consentire un accesso sicuro ai civili che ne hanno bisogno.

Circa 5,5 milioni di persone – quasi la metà della popolazione del Paese – hanno bisogno di assistenza umanitaria.

 

Deficit di fondi

L’appello umanitario di quest’anno per Haiti, pari a 674 milioni di dollari, è finanziato solo per il 2,5%, con solo 17 milioni di dollari promessi finora.Mercoledì il Consiglio di Sicurezza terrà una riunione privata sulla situazione ad Haiti, durante la quale è previsto un intervento del capo della missione ONU nel Paese, Maria Isabel Salvador.

Il capo delle Nazioni Unite chiede inoltre a tutti gli attori politici “di concordare rapidamente i passi necessari per far avanzare il processo politico verso il ripristino delle istituzioni democratiche attraverso lo svolgimento di elezioni”, ha dichiarato Dujarric.

 

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