Dichiarazione di Martin Griffiths, Sottosegretario generale ONU per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti d’emergenza, in occasione del primo anniversario dei terremoti in Turchia e Siria

Dichiarazione di Martin Griffiths, Sottosegretario generale ONU per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti d’emergenza, in occasione del primo anniversario dei terremoti in Turchia e Siria

6 febbraio 2024
A un anno da una serie di terremoti che hanno ucciso 50.000 persone in Turchia e 5.900 in Siria, migliaia di famiglie devono ancora guarire dall’impatto della devastazione. I sopravvissuti vivono con la perdita e il trauma di quei giorni spaventosi.
Come ho potuto constatare di persona in entrambi i Paesi, intere comunità hanno perso le loro case e migliaia di edifici sono stati rasi al suolo, con scuole, ospedali, moschee e chiese distrutte o danneggiate.
In Siria, i terremoti hanno aggravato una situazione umanitaria già disastrosa, causata da un conflitto che sta per raggiungere la soglia dei 13 anni. In tutto il Paese, circa 16,7 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria quest’anno – il numero più alto dall’inizio del conflitto.
Nel nord-ovest, più di 43.000 persone sfollate a causa dei terremoti non sono ancora tornate a casa – 40.000 di loro vivono in 70 centri di accoglienza e 3.000 in campi.
Insieme ai nostri partner, continuiamo ad assistere ogni mese milioni di persone in tutta la Siria, comprese quelle colpite dai terremoti.
Oggi il nostro pensiero va ancora una volta ai sopravvissuti e a coloro che hanno perso i propri cari. E per coloro che hanno ancora bisogno di assistenza umanitaria, il nostro impegno rimane quello di fare tutto il possibile per continuare ad aiutare.

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