Gaza: sei mesi dopo – Dichiarazione di Martin Griffiths, Sottosegretario Generale per gli Affari umanitari e coordinatore degli aiuti d’emergenza

Dopo sei mesi, la guerra a Gaza è un tradimento dell’umanità
 
Siamo giunti a una terribile pietra miliare. Per la popolazione di Gaza, gli ultimi sei mesi di guerra hanno portato morte, devastazione e ora la prospettiva immediata di una vergognosa carestia causata dall’uomo. Per le persone colpite dall’orrore duraturo degli attacchi del 7 ottobre, sono stati sei mesi di dolore e tormento. Ogni giorno questa guerra miete altre vittime civili. Ogni secondo che continua getta i semi di un futuro così profondamente oscurato da questo conflitto implacabile.
Come io e molti altri abbiamo ripetuto più volte, la fine di questa guerra è attesa da tempo. Invece, ci troviamo di fronte all’inconcepibile prospettiva di un’ulteriore escalation a Gaza, dove nessuno è al sicuro e non c’è un posto sicuro dove andare. Una già fragile operazione di aiuto continua a essere compromessa dai bombardamenti, dall’insicurezza e dalla negazione dell’accesso. Raramente c’è stata una tale indignazione globale per il tributo del conflitto, con apparentemente così poco fatto per porvi fine e invece così tanta impunità.
In questo giorno, il mio cuore va alle famiglie di coloro che sono stati uccisi, feriti o presi in ostaggio, e a coloro che devono affrontare la particolare sofferenza di non conoscere la situazione dei loro cari. Non basta che sei mesi di guerra siano un momento di ricordo e di lutto: devono anche stimolare una determinazione collettiva a fare i conti con questo tradimento dell’umanità.
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