Il cambiamento climatico e l’aumento dell’insicurezza alimentare globale: gli Stati membri ribadiscono il sostegno all’IFAD

I Paesi Bassi si impegnano per 150 milioni di dollari

Dubai/Roma, 6 dicembre 2023 – Venerdì scorso, in occasione del vertice delle Nazioni Unite sul clima COP28 a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, i Paesi Bassi hanno annunciato uno storico impegno di 150 milioni di dollari a favore del Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) delle Nazioni Unite, sottolineando la necessità di sostenere i piccoli produttori che sono in prima linea contro il cambiamento climatico e che sono fondamentali per la futura sicurezza alimentare globale.

Anche Gibuti, Figi e Mauritania hanno svelato le loro promesse finanziarie: Gibuti ha recentemente decuplicato il suo impegno, Figi ha rinnovato il suo impegno e la Mauritania ha promesso un aumento del 50%, aggiungendo slancio alla campagna per ricostituire le risorse dell’agenzia specializzata delle Nazioni Unite per il prossimo triennio (2025-2027).

L’impegno dei Paesi Bassi fa il paio con l’annuncio della Francia di settembre, diventando uno dei più alti impegni singoli fatti all’IFAD nei suoi 45 anni di storia. Questi impegni da record sottolineano il crescente sostegno agli investimenti dell’IFAD nello sviluppo agricolo, per raggiungere le comunità rurali più povere del mondo. L’IFAD chiede agli Stati membri di contribuire all’ambizioso finanziamento di 2 miliardi di dollari per l’attuazione di programmi di sviluppo rurale per un valore di 10 miliardi di dollari, grazie alla capacità dell’IFAD di ottenere ulteriori prestiti e di raccogliere finanziamenti per lo sviluppo da altre istituzioni finanziarie internazionali, governi e investitori privati.

“Con l’aumento sostanziale dei primi impegni, gli Stati membri indicano che hanno fiducia nell’IFAD per investire dove è più necessario”, ha dichiarato Alvaro Lario, Presidente dell’IFAD. “Questo significa che l’IFAD investirà con i governi per rafforzare la capacità delle popolazioni rurali più vulnerabili di far fronte agli shock economici e climatici, generando al contempo opportunità di vita produttiva e prospera nelle aree rurali in cui vivono”, ha aggiunto Lario.

Un totale di 23 Paesi ha annunciato il proprio impegno per la 13a ricostituzione delle risorse di base dell’IFAD e si prevede che oltre 50 Paesi comunicheranno il proprio impegno alla sessione di Parigi. La raccolta di fondi continuerà nel corso del 2024 e fino al raggiungimento degli obiettivi. In genere, più di 100 Paesi contribuiscono alla ricostituzione delle risorse dell’IFAD, rendendola la più sostenuta di tutte le principali ricostituzioni delle IFI.

Liesje Schreinemacher, Ministro del Commercio Estero e dello Sviluppo dei Paesi Bassi, ha espresso l’importanza di sostenere i produttori rurali e ha promesso il sostegno dei Paesi Bassi all’obiettivo dell’IFAD di raddoppiare il suo impatto nel migliorare la produttività, il reddito e la resilienza dei piccoli agricoltori per oltre 100 milioni di persone che vivono nelle zone rurali.

“Gli agricoltori delle aree vulnerabili stanno affrontando una crisi che non hanno creato loro. E non è un problema solo loro. È un problema di tutti noi. Dobbiamo quindi lavorare insieme per colmare il gap finanziario”, ha dichiarato il Ministro olandese Schreinemacher. “Organizzazioni come l’IFAD svolgono un ruolo fondamentale in questo senso. Sosteniamole e continuiamo a lottare per azzerare la fame nel mondo”, ha aggiunto.

I Paesi Bassi hanno aumentato il loro contributo all’IFAD dell’81% rispetto al precedente ciclo triennale. Il Ministro Schreinemacher ha sottolineato l’impegno dei Paesi Bassi ad aumentare i propri finanziamenti per il clima a più di 1,8 miliardi di euro all’anno entro il 2025.

L’Angola e la Francia ospiteranno la sessione di consultazione finale della ricostituzione il 14-15 dicembre a Parigi. “Voglio invitare qui tutti i Paesi presenti a partecipare a dicembre alla ricostituzione dell’IFAD”, ha dichiarato Emmanuel Macron, Presidente della Francia, alla COP28. “L’IFAD giocherà un ruolo chiave nel conciliare l’obiettivo agricolo con quello climatico. E questa è una battaglia indispensabile perché non possiamo chiedere ai Paesi africani di scegliere tra clima e produzione agricola”, ha aggiunto.

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