Il Consiglio Esecutivo del FMI conclude la consultazione ex articolo IV del 2024 con l’Italia

I punti chiave

L’attività è cresciuta di quasi l’1% nel 2023, con il PIL che ha superato il livello pre-pandemia del 4½%. L’inflazione globale è scesa grazie al calo dei prezzi dell’energia e anche l’inflazione di fondo si è moderata. L’occupazione è aumentata insieme all’attività reale. Le condizioni finanziarie si sono leggermente allentate, ma rimangono rigide. Nonostante i disavanzi fiscali siano molto più elevati rispetto al periodo pre-COVID, il rapporto debito pubblico/PIL è diminuito grazie alla registrazione differita dei crediti d’imposta e alla forte crescita del PIL nominale. I rischi per il debito sovrano sono complessivamente moderati, ma elevati a medio e lungo termine. Il basso tasso di fertilità e la bassa partecipazione delle donne alla forza lavoro fanno presagire un più rapido declino della popolazione e della forza lavoro, in un contesto di debole crescita della produttività.


Qualche dettaglio

L’economia italiana si è ripresa bene dagli shock COVID e dai prezzi dell’energia. L’attività è cresciuta dello 0,9% nel 2023 e, nel primo trimestre del 2024, il PIL reale ha superato il livello precedente alla crisi finanziaria globale. La ripresa è stata sostenuta dai consumi privati e dagli investimenti, incentivati dai crediti d’imposta per la ristrutturazione delle case e l’acquisto di beni strumentali. L’inflazione globale è diminuita drasticamente, grazie al calo dei prezzi dell’energia, e anche l’inflazione di fondo si è moderata.

L’occupazione è aumentata insieme all’attività reale, accentuando la carenza di competenze. Le condizioni finanziarie si sono allentate, ma rimangono rigide rispetto agli standard storici. La forte crescita del PIL nominale e la registrazione ritardata dei debiti per crediti d’imposta già incassati hanno permesso di ridurre il rapporto debito pubblico/PIL, nonostante i disavanzi fiscali siano molto più elevati rispetto al periodo pre-COVID. La combinazione di bassa fertilità e bassa partecipazione femminile alla forza lavoro fa presagire un’accelerazione del declino della popolazione e della forza lavoro.

Nel 2024-26 si prevede una crescita media di circa ¾ di punto percentuale, poiché a un grande programma di spesa ne subentra un altro e la disinflazione continua. Il continuo aumento degli investimenti nell’ambito del National Recovery and Resilience Plan (NRRP), finanziato dall’UE, dovrebbe compensare ampiamente il calo degli investimenti residenziali. Secondo le proiezioni, l’inflazione non raggiungerà l’obiettivo del 2% nel 2024, ma tornerà al target in seguito.

Sebbene siano possibili sorprese positive per la crescita se i risultati fiscali più solidi dovessero favorire un aumento degli investimenti privati, la crescita potrebbe essere influenzata negativamente da un’intensificazione dei conflitti regionali, da un forte rallentamento dei principali partner commerciali, dall’approfondimento della frammentazione geoeconomica e da tassi d’interesse significativamente più alti del previsto, che potrebbero riaccendere le preoccupazioni sui legami tra sovrani, banche e società. L’incompiutezza della spesa e dell’attuazione delle riforme del PNR indebolirebbe inoltre la crescita, mentre i deficit fiscali ancora elevati potrebbero erodere la fiducia degli investitori, indebolendo ulteriormente le finanze pubbliche.

    

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