Il Sudan sta affrontando una catastrofe della fame senza precedenti, affermano i dirigenti delle agenzie ONU

In Sudan nuovi dati rivelano che oltre 750.000 persone stanno vivendo livelli catastrofici di insicurezza alimentare, con 25,6 milioni di persone in stato di crisi per la fame. 

ROMA/NEW YORK, 27 giugno 2024 – Le nuove allarmanti proiezioni sulla sicurezza alimentare del Sudan, pubblicate oggi, mostrano che il Paese sta affrontando una devastante catastrofe della fame su una scala che non si vedeva dai tempi della crisi del Darfur nei primi anni 2000, avvertono i responsabili di tre agenzie delle Nazioni Unite.

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) e il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (PAM) hanno lanciato l’allarme sul rapido deterioramento delle condizioni della popolazione sudanese, in particolare dei bambini, mentre la sicurezza alimentare è lacerata dalla guerra che devasta il Paese da più di un anno. Collettivamente, le agenzie hanno mobilitato una risposta umanitaria su larga scala all’interno del Sudan e nei Paesi limitrofi, dove più di 2 milioni di rifugiati hanno cercato sicurezza.

Un cessate il fuoco immediato e un rinnovato impegno internazionale, sia diplomatico che finanziario, nonché un accesso umanitario continuo e senza ostacoli, sono urgentemente necessari per consentire un’ulteriore espansione della risposta umanitaria e per permettere alle agenzie di fornire i servizi alla velocità necessaria.

Il rapido deterioramento della sicurezza alimentare in Sudan ha lasciato 755.000 persone in condizioni catastrofiche (IPC Fase 5) con rischio di carestia in 14 aree, secondo gli ultimi dati Snapshot diffusi dalla Classificazione integrata delle fasi. Le condizioni peggiori si registrano nelle aree più duramente colpite dai combattimenti e dove si sono radunate le persone sfollate a causa del conflitto. Un totale di 25,6 milioni di persone si trovano in condizioni di fame acuta (IPC Fase 3+). Ciò significa che per metà della popolazione sudanese colpita dalla guerra, ogni singolo giorno è una lotta per sfamare se stessi e le proprie famiglie.

È la prima volta che in Sudan vengono confermate condizioni catastrofiche (IPC Fase 5) dall’inizio dell’IPC nel 2004. A differenza della crisi del Darfur di vent’anni fa, la crisi attuale si estende a tutto il Paese, con livelli di fame catastrofici che raggiungono persino la capitale Khartoum e lo Stato di Gezira, un tempo granaio del Sudan.

Questi nuovi dati mostrano anche un netto peggioramento della popolazione sudanese rispetto all’ultima proiezione, pubblicata nel dicembre 2023, che indicava 17,7 milioni di persone alle prese con la fame acuta (IPC Fase 3+). Questo includeva quasi 5 milioni di persone in condizioni di emergenza (IPC Fase 4). Oggi si prevede che 8,5 milioni di persone si trovino in una situazione di fame d’emergenza (IPC Fase 4).

“La nuova analisi IPC ha rivelato un profondo e rapido deterioramento della situazione della sicurezza alimentare in Sudan, con milioni di persone a rischio”, ha dichiarato il Direttore Generale della FAO QU Dongyu. “Stiamo consegnando le sementi salvavita per la principale stagione di semina. Il tempo stringe per i contadini del Sudan. La FAO ha urgentemente bisogno di 60 milioni di dollari per soddisfare le parti non finanziate del suo Piano di prevenzione della carestia, per garantire che le persone – soprattutto quelle che vivono in aree inaccessibili – siano in grado di produrre cibo a livello locale e scongiurare la carenza alimentare nei prossimi sei mesi. Dobbiamo agire collettivamente, su larga scala, con accesso libero, per il bene di milioni di vite innocenti in bilico”.

“L’équipe del PAM in Sudan sta lavorando giorno e notte in condizioni pericolose per fornire assistenza salvavita, ma questi numeri confermano che il tempo per prevenire la carestia si sta rapidamente esaurendo. Per ogni persona che abbiamo raggiunto quest’anno, altre otto hanno disperatamente bisogno di aiuto”, ha dichiarato il direttore esecutivo del PAM Cindy McCain. “Abbiamo urgentemente bisogno di una massiccia espansione dell’accesso umanitario e dei finanziamenti, in modo da poter incrementare le nostre operazioni di soccorso e fermare lo scivolamento del Sudan in una catastrofe umanitaria che minaccia di destabilizzare l’intera regione”.

“L’ultima istantanea illustra l’impatto devastante che il conflitto in Sudan sta avendo sui bambini del paese”, ha dichiarato il Direttore esecutivo dell’UNICEF Catherine Russell. “La fame e la malnutrizione si stanno diffondendo a ritmi allarmanti e, senza un’azione internazionale concertata e senza finanziamenti, c’è il rischio concreto che la situazione sfugga a ogni controllo. Non c’è tempo da perdere. Ogni ritardo nel libero accesso alle popolazioni vulnerabili si misurerà con la perdita di vite umane”.

La FAO, l’UNICEF e il PAM stanno conducendo sforzi multisettoriali di prevenzione della carestia per raggiungere la popolazione in tutto il Sudan.

Quest’anno il PAM ha raggiunto oltre 3 milioni di sfollati e persone vulnerabili in Sudan e sta aumentando l’assistenza per raggiungere altri 5 milioni di persone entro la fine dell’anno. Il WFP sta lavorando con urgenza per ampliare l’accesso e aprire nuovi corridoi umanitari – dai Paesi vicini e attraverso le linee di confine. Quest’anno il PAM ha consegnato cibo e forniture nutrizionali per circa mezzo milione di persone nella regione del Darfur attraverso convogli che hanno attraversato il Ciad. Il PAM sta inoltre preposizionando l’assistenza ai valichi e alle vie di rifornimento chiave, in vista dell’inizio della stagione delle piogge, quando molte strade del Darfur e di altre regioni del Sudan diventano impraticabili.

 

Dopo aver raggiunto 3,8 milioni di persone nella prima metà dell’anno attraverso la distribuzione di sementi invernali e la vaccinazione, la FAO si sta ora preparando a sostenere più di 1,8 milioni di famiglie contadine e pastorali in Sudan, pari a 9 milioni di persone, per riprendere le attività di sostentamento e produrre cibo a livello locale. La FAO ha acquistato quasi 8.000 tonnellate di sementi di cereali (sorgo e miglio) e raggiungerà oltre 870.000 famiglie di agricoltori in tutto il Sudan, anche in Darfur e Kordofan, dove l’insicurezza alimentare ha raggiunto livelli catastrofici. L’esperienza della FAO dimostra che anche in contesti di conflitto, quando gli agricoltori possono accedere alla terra e ai fattori di produzione, produrranno cibo.

Dall’inizio del conflitto, nell’aprile 2023, l’UNICEF ha raggiunto quasi 5,5 milioni di bambini con screening nutrizionali e più di 322.000 bambini affetti da malnutrizione acuta grave con trattamenti salvavita. L’UNICEF sta intensificando la risposta multisettoriale insieme ai partner umanitari per prevenire altre morti di bambini, raggiungendo oltre 5 milioni di persone con accesso all’acqua potabile e vaccinando oltre mezzo milione di bambini contro il morbillo nei primi cinque mesi di quest’anno. L’UNICEF sta anche riportando i bambini all’apprendimento, fornendo denaro a più di 350.000 donne incinte e in fase di allattamento e alle loro famiglie e compiendo tutti gli sforzi possibili per proteggere i bambini da violenze, separazioni e traumi.

 

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