Il Segretario Generale – Incontro Stampa con S.E. Sig. Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana

Incontro Stampa del Segretario Generale con S.E. Sig. Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana

New York, 6 maggio 2024

Sua Eccellenza, Signor Presidente, è estremamente benvenuto alla sede delle Nazioni Unite a New York.

L’Italia è un pilastro fondamentale del multilateralismo e un partner esemplare delle Nazioni Unite.

In tutti i settori delle nostre attività, l’Italia è sempre presente. Presente nelle operazioni di peacekeeping, presente nello sviluppo sostenibile, presente nell’azione per il clima, presente nei diritti umani e nello stato di diritto, che so essere un’area di particolare interesse per Lei, Signor Presidente.

E, credo sia molto importante dirlo in un momento in cui l’Italia assume la Presidenza del G7. L’Italia ha una storia ricca e è un paese del nord che comprende il sud. E è sempre stata un ponte tra nord e sud.

E questo ponte è ora più necessario che mai quando viviamo in un mondo così diviso, con divisioni geopolitiche che stanno creando tante difficoltà in tutti i settori dell’attività umana, dal clima all’intelligenza artificiale alla pace e alla sicurezza, è molto importante avere l’Italia alla guida del G7 e capace di guidare la riforma delle nostre istituzioni multinazionali create dopo la Seconda Guerra Mondiale e che non rappresentano più le realtà del mondo di oggi.

La capacità dell’Italia di dialogare, non solo con i suoi colleghi del G7, ma con il mondo intero, è qualcosa che sarà molto importante per noi, specialmente mentre ci prepariamo per il nostro Vertice del Futuro.

La ricevo, Signor Presidente, in un momento di grande preoccupazione.

Oggi ho fatto un appello molto forte al governo di Israele e alla leadership di Hamas affinché facciano un ulteriore passo per concretizzare un accordo che è assolutamente vitale.

Questa è un’opportunità che non può essere persa.

Un’invasione terrestre a Rafah sarebbe intollerabile a causa delle sue devastanti conseguenze umanitarie e per il suo impatto destabilizzante nella regione.

E questa è un’altra ragione per essere grati all’Italia: 1.081 soldati italiani sono in UNIFIL. E sono in UNIFIL in circostanze estremamente pericolose, con la professionalità e il coraggio che oggi ho voluto sottolineare non solo rappresentano un contributo generoso dell’Italia al mondo, ma rappresentano la dimostrazione del fortissimo impegno dell’Italia con l’ONU, con il multilateralismo e con la pace.

Signor Presidente, benvenuto. Lei è a casa, tra amici.

È un enorme piacere per me riceverLa.

 

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