La guerra a Gaza aggrava la sofferenza dei più vulnerabili in Libano

30 aprile 2024 | Pace e Sicurezza

In Libano i bambini di appena quattro anni sono costretti a lavorare a causa del “crollo massiccio” dei finanziamenti umanitari e dell’escalation delle ostilità al confine meridionale del Paese con Israele, che minacciano di trasformarsi in una “guerra su larga scala”, hanno dichiarato martedì gli esperti dell’ONU.

In un appello per la fine immediata della guerra a Gaza, che ha scatenato un intensificarsi degli scambi di fuoco tra i militanti armati Hezbollah e l’esercito israeliano, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) ha avvertito che gli attacchi aerei stanno colpendo “sempre più in profondità” in Libano, con 344 persone uccise finora, tra cui otto giovani.

“Insieme alle vittime e ai numerosi feriti, 30.000 bambini sono stati sfollati” su circa 90.000, da quando i combattenti di Hezbollah hanno intensificato gli attacchi contro il nord di Israele, dopo gli attacchi terroristici di Hamas contro il sud di Israele del 7 ottobre e il successivo intenso bombardamento della Striscia di Gaza da parte di Israele, ha dichiarato il portavoce dell’UNICEF James Elder. 

“Anche con il nostro massimo impegno, è essenziale un cessate il fuoco permanente”, ha insistito Elder. “Senza questo cessate il fuoco, il Libano rischia una guerra su larga scala, che sarà assolutamente devastante per gli 1,3 milioni di bambini del Paese, oltre che, naturalmente, per i bambini della regione”.

Il funzionario delle Nazioni Unite ha riferito che, in Libano, le principali infrastrutture delle stazioni idriche sono state distrutte. Lasciando “circa 100.000 persone senza accesso all’acqua potabile”. Anche circa 23 strutture sanitarie che servono 4.000 persone sono state chiuse a causa delle violenze.

 

Intere famiglie mandate a chiedere l’elemosina

A riprova del deterioramento della situazione umanitaria in Libano legato alla crisi, l’Agenzia delle Nazioni Unite ha avvertito che i nuovi dati sull’insicurezza alimentare indicano che i tassi di deperimento sono inaspettatamente alti tra i bambini che vivono negli insediamenti informali di tende per gli sfollati.

“Avevamo indicazioni che la crisi stava peggiorando in termini di nutrizione, perché negli ultimi 12 mesi abbiamo visto triplicare i bambini che si rivolgevano ai nostri programmi di malnutrizione”, ha dichiarato Ettie Higgins, vice capo ufficio dell’UNICEF Libano. “E si tratta di programmi che in alcuni casi sono stati sospesi in alcune zone del Paese a causa della mancanza di fondi umanitari”. 

Di conseguenza, le comunità “mandano l’intera famiglia a chiedere l’elemosina; costringono i bambini di quattro anni a lavorare nei campi… Recentemente ho parlato con un medico che mi ha detto che i bambini di sette anni venivano da lui con problemi alla schiena a causa dei pesanti carichi di spazzatura che trasportavano quotidianamente”.

Il funzionario dell’UNICEF ha osservato che i bambini possono aspettarsi di guadagnare “forse 2 dollari al giorno. Solo per poter mangiare e mettere un pasto in tavola”. Queste storie purtroppo sono sempre più frequenti e sempre più gravi e tragiche”.

 

Gli sfollati hanno perso tutto – di nuovo

Anche prima delle ultime ostilità, il Libano ha dovuto affrontare una profonda crisi economica – aggravata dall’emergenza COVID-19 e dalla cronica instabilità politica – che ha lasciato circa la metà della popolazione libanese al di sotto della soglia di povertà. 

Ancora più vulnerabile è il milione di rifugiati siriani. Nove su dieci dei quali vivono in “estrema povertà”, secondo il rapporto UNICEF sulla crisi, Caught in the Crossfire: the impact of six months of conflict on children in Lebanon.

La maggior parte degli sfollati nel sud del Paese sono libanesi. Molti di coloro che lavorano nel settore agricolo e dell’olivicoltura hanno perso i loro mezzi di sostentamento per la seconda volta. Ha spiegato la signora Higgins.

“Abbiamo sostenuto le famiglie… per rimettersi in piedi dall’inizio della crisi economica, tre o quattro anni fa, dal 2019, e hanno di nuovo perso tutto”, ha detto ai giornalisti a Ginevra in collegamento video da Beirut. 

“Anche molti di coloro che lavoravano nel settore agricolo, come nelle aziende olivicole, sono stati distrutti. E anche se potessero tornare indietro, anche domani, il tipo di sofferenza a cui sono soggetti sarà a lungo termine. Anche a causa dell’enorme quantità di ordigni inesplosi che si trovano ora in molte di queste aree agricole. Il che significa che sarebbe molto, molto difficile per loro ristabilirsi”.  

 

Crollo dei finanziamenti

Tra i crescenti bisogni e l’acuirsi delle tensioni tra le comunità di rifugiati, il funzionario dell’UNICEF ha avvertito che alcuni Paesi donatori hanno “ridotto significativamente” i finanziamenti critici.

“Stiamo affrontando un crollo massiccio dei finanziamenti umanitari negli ultimi tre mesi, quattro mesi in Libano”, ha dichiarato Higgins. “Questo ci ha costretto a tagliare praticamente tutti i nostri servizi. Tra questi anche la fornitura di acqua potabile e lo smaltimento delle acque reflue nelle comunità già sovraccariche”.

 

Afflusso dalla Siria

Dopo lo scoppio della crisi siriana nel 2011, molti villaggi libanesi hanno accolto più di un milione di rifugiati “nelle loro scuole, nelle loro cliniche, nelle loro comunità”. Ha proseguito la responsabile dell’UNICEF. 

Oggi, “assistiamo a un vero e proprio picco di tensione che ha un impatto quotidiano sui bambini”. Ha proseguito l’operatrice, sottolineando anche l’alto livello di trauma dei rifugiati palestinesi. Questi ultimi vivono in “condizioni terribili nei campi”, subendo anche il “trauma secondario” di vedere ciò che sta accadendo ai compagni palestinesi a Gaza.

 

 

Per saperne di più, cliccare qui.

 

Attualità