La pesca eccessiva nel Mediterraneo e nel Mar Nero scende al livello più basso in un decennio

Il nuovo rapporto FAO-GFCM include per la prima volta anche dati sul settore dell’acquacoltura marina della regione

07/12/2023

Roma – La percentuale di stock sovrasfruttati nel Mediterraneo e nel Mar Nero è scesa per la prima volta sotto il 60 per cento, seguendo una tendenza alla diminuzione iniziata un decennio fa, secondo un rapporto lanciato oggi.

Sebbene il sovrasfruttamento rimanga una preoccupazione, il rapporto State of Mediterranean and Black Sea Fisheries 2023 (SoMFi 2023) registra un calo del 15% di questo dato nell’ultimo anno, un miglioramento coerente con la continua riduzione della pressione di pesca, che è diminuita del 31% dal 2012.

Il rapporto è la pubblicazione di punta della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). Per la prima volta, il rapporto di quest’anno include anche dati sul settore dell’acquacoltura marina della regione.

La pesca e l’acquacoltura marina generano ricavi per oltre 20 miliardi di dollari USA

La CGPM, un’organizzazione regionale di gestione della pesca, è responsabile della pesca di cattura selvatica e dell’acquacoltura marina e salmastra nel Mediterraneo e nel Mar Nero. La pesca e l’acquacoltura hanno prodotto insieme quasi 2 milioni di tonnellate di frutti di mare nel 2021, come mostrano i dati di SoMFi 2023. Dal punto di vista economico, i due settori hanno svolto un ruolo altrettanto importante, generando ricavi per oltre 20 miliardi di dollari e sostenendo 700.000 posti di lavoro lungo la catena del valore.

“Questa edizione speciale del SoMFi traccia un quadro completo di questo settore vitale, sottolineando quanto sia importante per i mezzi di sussistenza, la sicurezza alimentare e la nutrizione nella nostra regione”, ha dichiarato il Segretario esecutivo della CGPM Miguel Bernal. “Abbiamo lavorato intensamente con i Paesi e i loro esperti per raccogliere e aggregare i dati della migliore qualità, e questo è ciò che rende il SoMFi uno strumento chiave per sostenere il processo decisionale e monitorare i progressi verso il raggiungimento di una pesca e un’acquacoltura sostenibili nel Mediterraneo e nel Mar Nero”, ha aggiunto.

Tendenze positive nella pesca, ma il settore rimane sotto stress

Sebbene lo sfruttamento eccessivo degli stock ittici sia diminuito in modo significativo, la pressione di pesca nel Mediterraneo e nel Mar Nero è ancora al doppio del livello considerato sostenibile. Tuttavia, il rapporto dimostra anche che la costante attenzione della CGPM all’espansione dei piani di gestione e delle misure tecniche e spaziali sta dando risultati positivi per le principali specie commerciali. Gli stock di nasello europeo nel Mediterraneo, di rombo chiodato nel Mar Nero e di sogliola nell’Adriatico, tutti coperti da piani di gestione dedicati, hanno mostrato una notevole riduzione del sovrasfruttamento e alcuni di essi hanno già rivelato segni di ricostituzione della biomassa.

Alcuni stock sottoposti a piani di gestione mostrano una riduzione della pressione di pesca superiore alla media. Esempi significativi sono la riduzione del 77% per la sogliola nel Mare Adriatico, che ha ora raggiunto tassi di sfruttamento sostenibili, e la riduzione del 73% per il rombo chiodato nel Mar Nero.

Guidata dalla sua Strategia 2030 e incorporando la visione della FAO per la Trasformazione Blu, la CGPM attua 10 piani di gestione pluriennali che coinvolgono quasi 7.000 imbarcazioni e protegge le specie sensibili e gli ecosistemi marini vulnerabili, tra cui i coralli di acque profonde, nonché gli habitat ittici essenziali, come le zone di riproduzione, con dieci aree di restrizione della pesca che coprono più di 1,75 milioni di chilometri quadrati nel Mediterraneo e nel Mar Nero.

In tutta la regione, le catture sono ancora largamente dominate da piccoli pesci pelagici, soprattutto acciughe e sardine europee. Nel Mediterraneo, 55 specie rappresentano il 90% delle catture, mentre nel Mar Nero solo cinque specie costituiscono la stessa percentuale.

I livelli complessivi di produzione della pesca di cattura sono rimasti stabili negli ultimi anni, con la Türkiye, seguita da Italia e Tunisia, che ha effettuato il maggior numero di sbarchi.

I pescherecci di piccole dimensioni costituiscono la stragrande maggioranza della flotta peschereccia e forniscono più della metà dell’occupazione totale. Sebbene rappresentino solo il 15% circa delle catture, queste imbarcazioni portano quasi il 30% delle entrate totali.

L’acquacoltura è un settore in rapida crescita

Il SoMFi riferisce che, a differenza della pesca di cattura, il settore dell’acquacoltura marina della regione è in forte crescita. La produzione di acquacoltura marina e d’acqua salmastra è quasi raddoppiata nell’ultimo decennio, con un aumento del 91,3% e un incremento dei ricavi del 74,5%.

I tre principali metodi di produzione utilizzati nella regione sono le gabbie marine, gli stagni e la coltura in sospensione, mentre le specie più comunemente allevate sono l’orata, la spigola europea e la cozza mediterranea.

Turchia, Egitto e Grecia sono, nell’ordine, i tre maggiori produttori regionali, che insieme rappresentano il 71% del volume totale.

Questa edizione speciale del SoMFi arriva a un anno di distanza dalla precedente. Comunica i suoi risultati in un formato condensato e stabilisce un nuovo ciclo biennale della serie, la cui prossima uscita è prevista per il 2025.

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