L’esodo da Rafah raggiunge 360.000 persone, mentre le Nazioni Unite lanciano un appello per 2,8 miliardi di dollari di aiuti per Gaza e Cisgiordania

13 maggio 2024 | Pace e sicurezza

Quasi 360.000 persone sono fuggite da Rafah nell’ultima settimana a causa dei continui bombardamenti israeliani che hanno paralizzato le consegne di aiuti umanitari e si ritiene abbiano ucciso un altro operatore umanitario dell’ONU. Ha dichiarato lunedì l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, UNRWA.

 

“Quasi 360.000 persone sono fuggite da Rafah dopo il primo ordine di evacuazione di una settimana fa”. Ha dichiarato l’agenzia ONU in un post su X, facendo riferimento al volantinaggio dell’esercito israeliano che ordinava a coloro che si trovavano nella parte orientale di Rafah di lasciare i loro rifugi. 

In un altro avviso, l’UNRWA ha avvertito della continua “restrizione dell’accesso umanitario” alla Striscia di Gaza e attraverso di essa. Ora è “una questione di vita o di morte” per i gazesi che già subiscono “bombardamenti incessanti e insicurezza alimentare”.

Lo sviluppo arriva una settimana dopo che Israele ha portato avanti la sua offensiva militare a Rafah, prendendo il controllo del lato di Gaza del valico di frontiera di Rafah e del valico di Kerem Shalom.

“Abbiamo immediatamente e urgentemente bisogno di un passaggio sicuro per gli aiuti umanitari e gli operatori”, ha insistito l’agenzia delle Nazioni Unite, in mezzo a nuove notizie di scontri e bombardamenti nel campo profughi di Jabalia, nel nord dell’enclave.

“I bombardamenti e altri ordini di evacuazione hanno creato ulteriore sfollamento e paura per migliaia di famiglie” nel nord, ha dichiarato l’UNRWA. “Non c’è nessun posto dove andare. Non c’è sicurezza senza un cessate il fuoco”.

Lunedì l’agenzia delle Nazioni Unite ha riferito che un altro membro del personale è stato ucciso a Gaza, portando a 189 il numero totale di persone uccise durante la guerra.

Si ritiene che l’individuo – un ufficiale di progetto senior di 53 anni – sia morto in un attacco israeliano nella città centrale di Deir Al Balah, dopo aver lasciato Rafah. “Lascia una moglie e quattro figli”, ha dichiarato l’Agenzia.

 

Appello per il finanziamento

 

In uno sviluppo correlato, le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per 2,8 miliardi di dollari per sostenere più di tre milioni di persone a Gaza e in Cisgiordania nei prossimi otto mesi.

“Per mesi, donne e bambini sono stati uccisi a un ritmo superiore a qualsiasi guerra di questo secolo. E coloro che sono scampati alla morte e alle ferite rischiano ora di perdere la vita a causa della mancanza di cibo, acqua sicura, medicine e assistenza sanitaria”. Ha dichiarato Joyce Msuya, assistente del Segretario generale per gli Affari umanitari e vice coordinatore degli aiuti di emergenza.

Parlando in Kuwait, Msuya ha descritto come ogni giorno “decine di donne partoriscono in condizioni orribili, spesso senza anestesia o assistenza medica, mentre le bombe esplodono intorno a loro”.

“Le madri guardano i loro bambini morire tra le braccia perché non hanno abbastanza latte per tenerli in vita. E i bambini muoiono perché non hanno abbastanza cibo o acqua”.

 

Si può ancora fare molto

 

Dopo più di sette mesi di guerra, almeno 35.000 persone sono state uccise, secondo le autorità sanitarie di Gaza. Altre 70.000 sono ferite o disperse, e molte altre sono intrappolate sotto le macerie.

È urgente continuare a finanziare chi dipende dagli aiuti umanitari per sopravvivere. Ha dichiarato l’alto funzionario dell’OCHA.  Insistendo sul fatto che, anche in assenza di un cessate il fuoco, “c’è ancora molto da fare se ci sono le condizioni giuste”.

Ha osservato che: “Siamo in trattative quotidiane con le parti per l’accesso. Stiamo coordinando la risposta umanitaria… Abbiamo estratto le persone dalle macerie e rimpatriato i corpi degli operatori umanitari. Compresi quelli che lavoravano per World Central Kitchen e Medici senza frontiere, che sono stati uccisi per servire i bisognosi”.

I commenti del funzionario dell’OCHA sono giunti mentre l’ufficio di coordinamento degli aiuti ha riferito di nuove demolizioni di edifici nel campo di Al’Arrub, governatorato cisgiordano di Hebron. 

Gli ultimi dati del portale online dell’OCHA indicano che quest’anno sono state danneggiate o distrutte 435 strutture in tutta la Cisgiordania, sfollando 824 persone.

 

 

 

 

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