L’ONU sul terreno nella crisi israelo-palestinese

L’ONU lavora a tempo pieno  per attenuare la crisi israelo-palestinese, coinvolgendo gli attori chiave e fornendo assistenza di emergenza ai civili sul campo.
 
Con l’intensificarsi del conflitto in un’escalation di violenza, Israele ha imposto un blocco totale di cibo, acqua e servizi vitali, avviando operazioni di terra a Gaza, dove vivono più di due milioni di persone.

Malgrado i danni significativi subiti dagli uffici delle Nazioni Unite a Gaza a causa degli attacchi aerei di lunedì sera, le agenzie del sistema si sono adoperate per aiutare la popolazione colpita a Gaza e altrove, compresa la Cisgiordania, dove vivono 871.000 rifugiati registrati.
UNRWA, l’agenzia di soccorso delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha attualmente 13.000 dipendenti nazionali e internazionali, la maggior parte dei quali rifugiati, a Gaza e quasi 4.000 in Cisgiordania. Centinaia di dipendenti stanno inoltre lavorando per altre agenzie ONU per la crisi israelo-palestinese.
Lungo il confine tra Israele e Libano, UNIFIL, la missione di pace delle Nazioni Unite, opera con 9.400 truppe di terra, 900 membri del personale civile e 850 membri del personale navale della Task Force Marittima.
Ecco come si articola la presenza e l’attivita’ delle Nazioni Unite in questa crisi.
1. Protezione
Secondo il suo ultimo rapporto, UNRWA sta ospitando 137.500 uomini, donne e bambini in 83 delle sue 288 scuole. A partire da martedì, 18 strutture di UNRWA hanno subito danni collaterali e diretti dagli attacchi aerei, con feriti e morti.
2. Riduzione del conflitto

I vertici del sistema ONU, compreso l’Ufficio del Coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente (UNSCO), si sono impegnati con le parti in conflitto e con le principali parti interessate, tra cui Stati Uniti, Qatar e Unione Europea, per ridurre il conflitto.
La missione di pace delle Nazioni Unite in Libano, UNIFIL, ha continuato a monitorare la situazione di sicurezza “instabile” lungo il confine tra Israele e Libano, fornendo indicazioni ai civili e aggiornamenti attraverso i social media.

“Abbiamo impegnato in pieno nostri meccanismi di collegamento e coordinamento a tutti i livelli, per contribuire a evitare incomprensioni tra Libano e Israele che potrebbero portare a un’escalation del conflitto”, ha dichiarato l’UNIFIL. “Questo è il nostro obiettivo principale al momento, e stiamo lavorando 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per realizzarlo”.

3. Servizi di emergenza
Il blocco annunciato da Israele di cibo, acqua, carburante ed elettricità a Gaza lunedì scorso,  è arrivato mentre le agenzie delle Nazioni Unite mettevano in guardia contro  scarsità di cibo e una crisi incombente. Servizi igienici e docce mobili vengono distribuiti nei rifugi dell’UNRWA, secondo le necessità. OCHA, l’agenzia di coordinamento umanitario delle Nazioni Unite, ha informato che i palestinesi di Gaza dispongono di elettricità solo per tre o quattro ore al giorno, con pregiudizio alla capacità delle strutture sanitarie di funzionare e di curare i feriti.
4. Forniture alimentari

WFP ( Programma alimentare mondiale) e UNRWA stanno coordinando la distribuzione di pane agli sfollati nei rifugi di Gaza. “Quasi mezzo milione di persone, cioe’  112.000 famiglie, non hanno potuto ricevere le loro razioni di cibo questa settimana, poiché i nostri centri di distribuzione sono chiusi”, ha informato UNRWA.

Da martedì, il WFP ha iniziato a distribuire pane fresco, cibo in scatola e alimenti pronti per il consumo a circa 100.000 persone nei rifugi di UNRWA, con l’intento di raggiungere più di 800.000 persone colpite a Gaza e in Cisgiordania a causa della crisi israelo-palestinese.

5. Salute

E’ continuata l’offerta di servizi sanitari di emergenza in tutta Gaza attraverso la linea telefonica dedicata. I fondi umanitari coordinati da OCHA (Country-Based Pooled Funds) con i suoi partner hanno distribuito farmaci salvavita e d’emergenza e forniture mediche per consentire al sistema sanitario di Gaza di rispondere alle crescenti esigenze. Un totale di 125 operatori sanitari lavorano a turni nei centri sanitari dell’UNRWA, con 15 delle 22 cliniche che forniscono servizi di assistenza sanitaria di base dalle 9 alle 24 ai pazienti con appuntamenti urgenti ricevuti tramite un’apposita linea telefonica.

Le linee telefoniche dei servizi sociali e di soccorso sono operative da martedì 10 ottobre; supporto psicosociale e primo soccorso psicologico sono inoltre  forniti a distanza. UNICEF (Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia) ha esperti di supporto psicosociale pronti a fornire assistenza a Gaza e in Cisgiordania. “La comunità si appella a UNRWA affinché apra i centri sanitari chiusi a causa dell’elevata richiesta di servizi”, ha dichiarato l’agenzia.

6. Corridoi umanitari
L’accesso del personale umanitario e delle forniture a Gaza è stato interrotto questa settimana e l’intensità delle ostilità sta limitando la capacità del personale di consegnare gli aiuti, secondo Lynn Hastingsd, Coordinatore umanitario per i Territori palestinesi occupati. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), le altre agenzie delle Nazioni Unite e i partner lavorano per stabilire un corridoio che permetta di consegnare forniture essenziali a Gaza.
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