5 nov – “Quest’anno ricorre il quindicesimo anniversario dello tsunami dell’Oceano Indiano, quando 230.000 vite umane sono andate tragicamente perdute in 14 paesi. Da allora, abbiamo visto grandi miglioramenti nei sistemi di allarme rapido, non solo per l’Oceano Pacifico, ma anche per l’Oceano Indiano, i Caraibi, l’Atlantico nord-orientale, il Mediterraneo e altri. Di conseguenza, molte vite sono state salvate.

Tuttavia, dalle crescenti perdite economiche degli ultimi vent’anni è chiaro che non abbiamo ancora imparato appieno la vitale importanza di infrastrutture a prova di catastrofe. Ciò è essenziale per evitare che si verifichi l’interruzione di importanti servizi pubblici durante gli tsunami, i terremoti e gli eventi meteorologici estremi.

I rischi rimangono immensi. Si stima che 680 milioni di persone vivono in zone costiere basse; questo numero potrebbe superare il miliardo entro il 2050. Allo stesso tempo, l’innalzamento del livello del mare causato dall’emergenza climatica potrebbe aggravare ulteriormente la potenza distruttiva degli tsunami.

La riduzione dei rischi sarà fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. In occasione della Giornata mondiale di sensibilizzazione contro lo tsunami, incoraggio i governi, le autorità locali e l’industria delle costruzioni a perseguire uno sviluppo informato sui rischi e a investire nella resilienza.”