Per la prima volta, ogni paese del mondo ha una donna parlamentare, ha dichiarato l’Unione interparlamentare (IPU). Nel suo ultimo rapporto annuale, l’organismo globale dedicato alla promozione della pace attraverso la diplomazia e il dialogo parlamentare, ha anche affermato che la partecipazione delle donne in molti paesi non è mai stata così diversificata come lo è oggi. I risultati si basano sui dati di 47 paesi che hanno tenuto le elezioni lo scorso anno.
In queste elezioni, le donne hanno ottenuto in media il 25,8% dei seggi disponibili, con un aumento di 2,3 punti percentuali rispetto alle elezioni precedenti.
Nonostante queste cifre positive, l’UIP ha rilevato che questo è stato ancora il più piccolo aumento della partecipazione femminile in sei anni. A questo ritmo ci vorranno altri 80 anni per raggiungere la parità di genere in parlamento. Uno dei maggiori ostacoli, in questo momento, è il clima di sessismo, molestie e violenza contro le donne, secondo l’organismo internazionale. Si tratta infatti di un fenomeno mondiale, non specifico di una particolare regione.
UN Photo/Laura Jarriel | Jacinda Ardern, Primo Ministro della Nuova Zelanda, porta in braccio la figlia Neve tra una riunione e l’altra durante il terzo giorno del settantatreesimo dibattito generale dell’Assemblea Generale. 27 settembre 2018.
Ma ci sono segnali incoraggianti che indicano che il progresso sta almeno avvenendo. In Brasile si è registrato un record di 4.829 donne di colore che si sono candidate alle elezioni, su un totale di quasi 27.000 candidati. Negli Stati Uniti, un record di 263 donne di colore si sono candidate alle elezioni di metà mandato del Congresso. In Colombia la rappresentanza LGBTQI+ è triplicata, passando da due a sei membri del Congresso. In Francia, 32 candidati provenienti da minoranze sono stati eletti alla nuova Assemblea nazionale, un massimo storico del 5,8% del totale.
