San Marino ha votato: “Sì all’apertura di corridoi umanitari o altra iniziativa che possa garantire l’accoglienza della popolazione civile in fuga dall’Afghanistan”

Volentieri pubblichiamo l’articolo del giornalista David Oddone, specializzato nella copertura di tematiche ONU.

Guterres ha chiesto in maniera chiara ad ogni Stato di avere coraggio e di prendersi le proprie responsabilità. Ognuno di noi oggi deve sentirsi afghano e fare la propria parte.

Cominciando dal chiedere risposte: perché le donne non possono più lavorare?

La risposta data dai talebani non solo non convince. Ma è orribile.

“Le forze di sicurezza al momento non sono operative e non sono addestrate nell’affrontare la donna, nel parlare con le donne”. Quindi, “in questo momento dobbiamo fermare le donne finché non ci sarà una piena sicurezza per loro. Quando ci sarà un sistema appropriato, potranno tornare a lavoro”.

Le donne restano a casa e questo perché i nuovi governanti non sono abituati alla loro presenza, anzi neppure a comunicare con loro, quasi fossero degli animali e non degli essere umani con pari diritti rispetto agli uomini.

Dal canto proprio i leader del G7 hanno dichiarato che i talebani “saranno ritenuti responsabili delle loro azioni” sul terrorismo e sui diritti umani, “in particolare quelli delle donne”.

Mentre l’alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani Michelle Bachelet ha rivolto un appello ai nuovi padroni di Kabul affinché rispettino diritti e libertà delle donne e delle bambine afghane, definendole una “linea rossa”.

Non stupisce allora che vi sia chi prova a scappare verso la libertà.

Eppure i talebani hanno chiesto agli americani di non incoraggiarli: “Ci servono le loro competenze” manda a dire il portavoce della milizia islamica Zabihullah Mujahid nel corso di una conferenza stampa.

Il Paese è diventato ormai una prigione dalla quale è impossibile sfuggire.

In tale contesto che definire drammatico è riduttivo si è riunito il parlamento sammarinese, nella sua sessione di Agosto.

In questa sede è stato votato all’unanimità un ordine del giorno nel quale “si esprime profonda preoccupazione per la grave situazione in Afghanistan”.

San Marino inoltre “intende sostenere tutti gli sforzi, a partire da quelli delle Nazioni Unite, volti a garantire i diritti di pace e libertà per le cittadine e i cittadini dell’Afghanistan”.

Sentito “l’appello del Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, con il quale ha invitato i paesi della comunità internazionale ad accogliere i profughi provenienti dall’Afghanistan e ad evitare qualsiasi forma di deportazione, unendo gli sforzi affinché vengano creati appositi corridoi umanitari”, il parlamento impegna il governo sammarinese “a supportare e sollecitare tutti gli sforzi, in tutte le sedi internazionali a partire dalle

Nazioni Unite, volti a garantire la pace e la realizzazione di un processo politico unitario in Afghanistan, inclusivo di tutte le componenti e che garantisca la difesa della Costituzione ed a porre in essere ogni azione utile al fine di sostenere l’apertura di corridoi umanitari o di ogni altra iniziativa atta a garantire la tutela e l’accoglienza della popolazione civile in fuga dall’Afghanistan, con particolare attenzione a donne e minori, attivandosi concretamente con modalità consone alla nostra realtà territoriale e statuale”.

Insomma mentre Stati più grandi si rifiutano di accogliere chi scappa e chi vorrebbe farlo, la piccola San Marino è pronta a fare concretamente la propria parte al fianco delle Nazioni Unite.

Una lezione di civiltà che ci si augura possa essere colta.

David Oddone, giornalista referente Onu per San Marino

 

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