IL SEGRETARIO GENERALE — OSSERVAZIONI ALLA STAMPA SULLA SITUAZIONE IN MEDIO ORIENTE  

IL SEGRETARIO GENERALE

OSSERVAZIONI SULLA SITUAZIONE IN MEDIO ORIENTE

New York, 9 ottobre 2023 

Ho appena concluso una riunione con gli alti dirigenti delle Nazioni Unite per discutere gli sviluppi senza precedenti in Israele e nei Territori Palestinesi Occupati.

Permettetemi di iniziare ribadendo la mia totale condanna degli abominevoli attacchi di Hamas e altri contro le città e i villaggi israeliani nella periferia di Gaza, che hanno causato oltre 800 morti e più di 2.500 feriti tra gli israeliani.

Purtroppo, si prevede che questi numeri aumentino, dato che gli attacchi sono ancora in corso e molti non sono ancora stati rintracciati.

Inoltre, oltre cento, forse più, israeliani – civili e militari – sono stati catturati da gruppi armati, tra cui donne, bambini e anziani.

Alcuni sono tenuti in ostaggio in Israele e molti altri sono stati catturati nella Striscia di Gaza.

Nel frattempo, Hamas e la Jihad islamica palestinese hanno lanciato migliaia di razzi che hanno raggiunto il centro di Israele, comprese Tel Aviv e Gerusalemme.

Riconosco le legittime rimostranze del popolo palestinese.  Ma nulla può
giustificare questi atti di terrore e l’uccisione, la mutilazione e il rapimento di civili.

Ribadisco il mio appello a cessare immediatamente questi attacchi e a rilasciare tutti gli ostaggi. 

Di fronte a questi attacchi senza precedenti, gli attacchi aerei israeliani hanno bombardato Gaza.

Sono profondamente allarmato dalle notizie di oltre 500 palestinesi – tra cui donne e bambini – uccisi a Gaza e di oltre 3.000 feriti.

Purtroppo, questi numeri aumentano di minuto in minuto con il proseguire delle operazioni israeliane.

Pur riconoscendo le legittime preoccupazioni di Israele in materia di sicurezza, ricordo a Israele che le operazioni militari devono essere condotte in stretta conformità con il diritto umanitario internazionale.

I civili devono essere sempre rispettati e protetti. 

Le infrastrutture civili non devono mai essere un obiettivo.

Abbiamo già notizie di missili israeliani che hanno colpito strutture sanitarie all’interno di Gaza, nonché torri residenziali a più piani e una moschea.

Sono state colpite anche due scuole dell’UNRWA che ospitano famiglie sfollate a Gaza.

Circa 137.000 persone sono attualmente ospitate nelle strutture dell’UNRWA e il numero aumenta con il proseguire dei bombardamenti e degli attacchi aerei.

Sono profondamente angosciato dall’annuncio odierno che Israele inizierà un assedio totale della Striscia di Gaza, senza che nulla possa entrare, né elettricità, né cibo, né carburante.

La situazione umanitaria a Gaza era già estremamente grave prima di queste ostilità; ora non potrà che peggiorare in modo esponenziale.

Attrezzature mediche, cibo, carburante e altre forniture umanitarie sono disperatamente necessarie, insieme all’accesso del personale umanitario.

I soccorsi e l’ingresso di forniture essenziali a Gaza devono essere facilitati – e le Nazioni Unite continueranno a fornire aiuti per rispondere a queste esigenze.

Esorto tutte le parti e le parti interessate a consentire l’accesso delle Nazioni Unite per fornire assistenza umanitaria urgente ai civili palestinesi intrappolati e indifesi nella Striscia di Gaza. 

Faccio appello alla comunità internazionale affinché mobiliti immediatamente il sostegno umanitario per questo sforzo.

Il Coordinatore speciale delle Nazioni Unite ed io ci stiamo confrontando con i leader della regione per esprimere la nostra preoccupazione e la nostra indignazione e per portare avanti gli sforzi per evitare qualsiasi ricaduta in tutto il Medio Oriente.

Anche nei momenti peggiori – e forse soprattutto in quelli più difficili – è fondamentale guardare all’orizzonte in un ottica di lungo periodo, ed evitare azioni irreversibili che rafforzerebbero gli estremisti e comprometterebbero qualsiasi prospettiva di pace duratura.

Le ultime violenze non sono avvenute nel vuoto. Esse nascono da un conflitto di lunga data, con un’occupazione lunga 56 anni.

È ora di porre fine a questo circolo vizioso di spargimento di sangue, odio e polarizzazione.

Israele deve vedere concretizzate le sue legittime esigenze di sicurezza e i palestinesi devono vedere realizzata una chiara prospettiva per la creazione di un proprio Stato.

Solo una pace negoziata che soddisfi le legittime aspirazioni nazionali di palestinesi e israeliani, insieme alla loro sicurezza – la visione a lungo sostenuta di una soluzione a due Stati, in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite, il diritto internazionale e gli accordi precedenti – può portare una stabilità a lungo termine alle popolazioni di questa terra e alla più ampia regione del Medio Oriente. 

Grazie.

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