UN75 – I grandi temi: l’impatto delle tecnologie digitali

La tecnologia contribuisce a rendere il mondo più equo, pacifico e giusto. I progressi digitali possono incentivare e accelerare la realizzazione di ciascuno dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, dal porre fine a ogni forma di povertà alla riduzione della mortalità infantile e materna, alla promozione dell’agricoltura sostenibile e del lavoro dignitoso, al raggiungimento di un livello generalizzato d’istruzione. La tecnologia, però, può anche minare la privacy, compromettere la sicurezza e fomentare le disuguaglianze, con conseguenti ripercussioni sui diritti dell’uomo e sull’agire umano. Da sempre sia gli organi istituzionali sia le aziende e i privati, hanno la possibilità di scegliere come sfruttare e gestire le nuove tecnologie.

UN FUTURO DIGITALE PER TUTTI?

Nel corso della storia le tecnologie digitali hanno progredito molto più rapidamente di ogni altra innovazione, raggiungendo circa il 50% della popolazione dei Paesi in via di sviluppo e delle società emergenti in soli due decenni. Attraverso gli incentivi alla connettività, all’inclusione finanziaria, all’accesso al commercio e ai servizi pubblici, la tecnologia può essere un grande equalizzatore.

Nel settore della sanità, ad esempio, le frontiere dell’intelligenza artificiale aiutano a salvare vite, a diagnosticare malattie e ad allungare l’aspettativa di vita. Nell’istruzione, l’apprendimento virtuale e quello a distanza hanno aperto programmi per studenti che altrimenti sarebbero stati esclusi. I servizi pubblici, inoltre, sono più facilmente accessibili e più affidabili grazie alla blockchain, che, con il contributo dell’intelligenza artificiale, snellisce la burocrazia. I big data, poi, favoriscono politiche e programmi più reattivi e accurati.

Tuttavia, quelli che ancora non ne usufruiscono sono tagliati fuori dai benefici della nuova era, rimanendo molto indietro. Molti sono donne, anziani, disabili, appartenenti a minoranze etniche o linguistiche, popolazioni indigene e residenti in aree povere o periferiche. In alcune zone, la crescita delle connessioni a internet sta rallentando, in altre sta addirittura calando.  Ad esempio, su scala mondiale, il tasso di donne che utilizza internet è del 12% più basso rispetto agli uomini. Seppur in alcuni Paesi tale divario sia diminuito tra il 2013 e il 2017, in altri, meno sviluppati, ha subito un aumento tra il 30% e il 33%.

L’uso degli algoritmi può riprodurre ed amplificare gli errori sistemici e umani laddove ci si basi su dati che non sono adeguatamente diversificati. La mancanza di diversificazione nel settore della tecnologia potrebbe significare che questa sfida non è adeguatamente affrontata.

IL FUTURO DEL LAVORO

Nel corso della storia, le rivoluzioni tecnologiche hanno cambiato la forza lavoro. Sono nati nuovi tipi e modelli di lavoro che hanno reso obsoleti i precedenti e innescato grandi trasformazioni sociali. L’attuale ondata di cambiamento sembra avere un impatto più profondo. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro stima che il passaggio ad un’economia più ecologica, con l’adozione di pratiche sostenibili nel settore dell’energia, l’uso di veicoli elettrici e l’aumento dell’efficienza energetica

nelle costruzioni odierne e future, possa creare 24 milioni di nuovi posti di lavoro in tutto il mondo entro il 2030.

Nel frattempo, i rapporti di gruppi come McKinsey suggeriscono che 800 milioni di persone potrebbero perdere il lavoro a causa dell’automazione entro il 2030 e i sondaggi rivelano che la maggior parte dei lavoratori si preoccupa di non avere la preparazione e le abilità necessarie per ottenere un lavoro ben pagato.

Vi è ampio consenso sul fatto che la gestione di tale progresso abbia bisogno di un cambio nell’approccio educazionale, ad esempio, conferendo maggior risalto a scienza, tecnologia, ingegneria e matematica; insegnando competenze trasversali e resilienza; e rassicurando le persone sulla possibilità di acquisire nuove qualifiche e di migliorare le competenze nel corso della vita. Il lavoro non retribuito, come nel caso dell’assistenza domiciliare all’infanzia e agli anziani, deve essere meglio supportato, soprattutto perché con l’allungamento delle aspettative di vita della popolazione mondiale questi servizi appaiono sempre più richiesti.

IL FUTURO DEI DATI

Oggi, le tecnologie digitali, quali le raccolte dati e l’intelligenza artificiale sono utilizzati per tracciare ed analizzare problematiche relative a agricoltura, salute, ambiente e per svolgere attività giornaliere quali orientarsi nel traffico o pagare un conto. Possono essere utilizzati per difendere o esercitare i diritti umani, ma possono anche essere usate per violarli, ad esempio monitorando i nostri movimenti, acquisti, conversazioni e comportamenti. Le istituzioni e le aziende hanno sempre più strumenti per ricavare e sfruttare ogni tipo di informazione per scopi finanziari e non.

Tuttavia, i dati personali diventerebbero una risorsa per ognuno di noi, se solo ci fosse un metodo in grado di regolarne la titolarità. La tecnologia della trasmissione dati ha il potenziale per emancipare il singolo, migliorare il benessere sociale e promuovere i diritti universali in base al tipo di protezione messa in atto.

IL FUTURO DEI SOCIAL MEDIA

I social media collegano circa la metà della popolazione globale, permettendo di dare voce ai pensieri di ognuno di noi e di interagire in tempo reale con tutto il mondo. Tuttavia, possono anche rafforzare i pregiudizi e seminare discordia divenendo una cassa di risonanza per discorsi di incitamento all’odio e disinformazione.

In questo modo, gli algoritmi dei social media fomentano la frammentazione della società, sebbene abbiano il potere di fare l’opposto.

IL FUTURO DEL CYBERSPAZIO

Come gestire questi sviluppi è uno dei temi al centro dei dibattiti nazionali e internazionali, in un periodo in cui le tensioni geopolitiche sono in aumento. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha messo in guardia dalla ‘grande frattura’ tra le potenze mondiali, ognuna con la sua rete e con la sua strategia per l’intelligenza artificiale, così come per la valuta dominante, le normative commerciali e finanziarie e le visioni geopolitiche e militari contraddittorie. Tale divisione può creare un muro di Berlino digitale. A maggior ragione, la cooperazione digitale tra gli Stati, unitamente all’esistenza di un cyberspazio universale che rifletta gli standard mondiali di pace e sicurezza, di diritti dell’uomo e di sviluppo sostenibile, è visto come un elemento cruciale per garantire l’unione mondiale.  La raccomandazione chiave del Comitato di alto livello sulla Cooperazione digitale del Segretario Generale è quella di un impegno globale nella cooperazione digitale.

 

 

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