Oggi si celebra nel mondo la Giornata Internazionale della Felicità, introdotta per la prima volta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la risoluzione 66/281 del luglio 2012.
Per l’occasione, UNRIC Italia è lieta di condividere il messaggio di Luigino Bruni*, professore ordinario di Economia politica presso l’Università LUMSA.
Questo è sicuramente un anno particolare per la Giornata della Felicità, però, “come accade molte volte nella vita, quando l’assenza e la mancanza di una cosa, di una realtà, di una persona ce ne fanno capire il valore, forse quest’anno, di così grande dolore in tutto il mondo, è l’anno buono per riflettere sulla felicità, su ciò che è e ciò che non è, sulle dimensioni che certamente a volte si trascurano”.
Per il Professor Bruni, si tratta soprattutto di riflettere sul valore dei “beni relazionali”, dei rapporti umani, le chiacchiere e gli incontri quotidiani con i colleghi, i parenti, gli amici, che i vari lockdown hanno ridotto moltissimo e trasformato profondamente, con delle conseguenze molto pesanti sulla qualità della vita delle persone.
Noi misuriamo continuamente gli effetti della pandemia in termini economici, di PIL, di occupazione; ciò è giusto ma bisognerebbe, secondo il Professor Bruni, misurare anche altro: “noi non misuriamo ancora, e forse non lo faremo mai, l’impatto del COVID19 sull’asset relazionale della nostra vita, cioè quanto ci siamo impoveriti di rapporti, quanto è diminuito il valore delle nostre relazioni in questo anno”. Questi numeri “non li vediamo e non li sappiamo calcolare, perché sono beni intangibili e a volte invisibili, ma sono molto reali”.
L’augurio del Professor Bruni per quest’anno, dunque, è che si rifletta maggiormente su questi aspetti e che economisti, politici, statistici si “attrezzino” per misurare e vedere il peso della presenza/assenza di beni relazionali nella “vita individuale e collettiva”.