Violenza in Cisgiordania – Commento della portavoce delle Nazioni Unite per i diritti umani Ravina Shamdasani

Credits: Ronaldo Schemidt/AFP
Credits: Ronaldo Schemidt/AFP
Una grande operazione delle forze di sicurezza israeliane (ISF) nella Cisgiordania occupata rischia di aggravare seriamente la già catastrofica situazione nei Territori Palestinesi Occupati.
Le operazioni israeliane a Jenin, Tubas e Tulkarm sommate all’uccisione di almeno nove palestinesi portano a 637 il bilancio complessivo delle vittime in Cisgiordania dal 7 ottobre. Due delle vittime sarebbero bambini. Si tratta del numero più alto di vittime in un periodo di otto mesi da quando l’ ONU ha iniziato a registrare le vittime in Cisgiordania due decenni fa.
Molti bambini sono stati uccisi mentre lanciavano pietre contro ISF. Così come altri palestinesi che non rappresentavano una minaccia imminente per la vita o lesioni gravi. Questo uso non necessario o sproporzionato della forza e l’aumento di uccisioni apparentemente mirate e altre uccisioni sommarie sono allarmanti.
Migliaia di palestinesi sono stati arrestati e torturati arbitrariamente, sono stati sottoposti a un’incessante violenza da parte dei coloni. A severe restrizioni di movimento e di espressione, le loro case e proprietà sono state distrutte o sequestrate e sono stati sfollati con la forza.
Israele, in quanto potenza occupante, deve rispettare i suoi obblighi di diritto internazionale. L’uso da parte delle forze di sicurezza israeliane di attacchi aerei e di altre armi e tattiche militari viola le norme e gli standard dei diritti umani applicabili alle operazioni di applicazione della legge. Le presunte uccisioni illegali devono essere indagate in modo approfondito e indipendente e i responsabili devono risponderne.
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