Giornata Mondiale dell’Educazione – La Favola di Agnese Bizzarri

Era mattina presto, si intravedeva l’alba. C’era una luce rosa. Odore di bosco. 

Il maestro aveva voluto riunire tutti i bambini perché ogni giorno faceva loro lezione, forniva conoscenze, spiegava argomenti, li introduceva alla storia, alla matematica, alla lingua, alla musica, alle arti ma si era accorto che mancava la base. Non aveva ancora spiegato loro cosa fosse l’educazione. 

L’educazione care bambine e cari bambini è qualcosa di meraviglioso. Ci vorrebbe una vita intera per spiegarla. L’hanno fatto i filosofi, i maestri, i religiosi, i discepoli stessi. 

La parola Educazione deriva dal verbo Educere: tirar fuori, trarre fuoriEducare è poi anche allevare, nutrire. 

Ogni giorno, come faceva il filosofo Socrate, educarvi significa anche farvi partorire le vostre idee, far sì che abbiate nuove prospettive sul mondo, fare in modo che la conoscenza vi guidi nella scelte di ogni cosa, che il vostro sapere possa aiutarvi a comprendere, a selezionare, a stupirvi, a farvi fare domanderiesca a darvi strumenti utili per qualsiasi direzionecoltivando le vostre passioni e i vostri talenti.  

Senza educazione non c’è futuro, né sviluppo sociale. Senza non possiamo avererispetto, democrazia, fratellanza euguaglianza. 

Questo significa educare, non riempire di concetti e nozioni.  

Ma donare la conoscenza. Il dono più grande ed infinito.  

Illustrazione di Giorgio Pauri

Ci sono alcuni elementi che possono essere comuni all’idea di educazione come la gentilezza, le buone maniere, l’eleganza d’animo, l’empatia verso l’altro, la mancanza di pregiudizi, la consapevolezza. 

Ogni tradizione e cultura, ogni popolo ha però il suo concetto di educazione: vi farò alcuni esempi. Per tutto il mondo avremmo bisogno di tutta la giornata e poi arriverebbe l’imbrunire. Per cui oggi chiederò solo ad alcuni”. 

Il maestro indicò gli allievi stessi. Provenivano da diversi paesi.  

C’era Akio, un bellissimo bambino giapponese che cominciò: “Da noi essere educati vuole dire  parlare sottovoce, non darsi abbracci e baci in pubblico, evitare di soffiarsi il naso in mezzo alla gente, sedersi negli ambienti interni 

Poi prese la parola un bambino esquimeseAnouk: “Vi sembrerà strano ma noi a fine pasto, come riconoscimento per aver mangiato bene, dobbiamo fare un rutto”. 

Toccò a Nalauna bambina africana dagli occhi neri e solari: “Noi mangiamo con le mani a tavola”. 

Intervenne subito Brian che non voleva essere da meno: “Per essere, come dicono da noi, dei veri lords, educati bene, è importantissima la puntualità, non saltare mai le file, non mangiare in modo rumoroso a tavola” 

“Da noi l’ospite è sacro, a tavola bisogna sempre fare sedere per prima la persona più anziana, non bisogna usare la mano sinistra per mangiare perchè è quella destinata al bagno e all’igiene, è doveroso ringraziare sempre”, replicò Varun, uno sveglio bambino indiano. 

“In Svezia invece è fondamentale, quando si entra in casa di qualcuno, togliersi le scarpe”, continuò Aga dai lunghi capelli dorati. 

Niko, dalla pelle bianca e gli occhi colore del cielo replicò: “In Finlandia il silenzio è una virtù, è da maleducati parlare molto e ad alta voce”. 

Isabel: “Da noi in Islanda, non bisogna interrompere per nessun motivo una persona che sta parlando. 

Carlotta: “In Italia è buona educazione dire grazie, stare seduti mentre si mangia, essere cortesi, aspettare il proprio turno, non urlare, chiedere per favore. 

Sta arrivando sera miei cari allievi e vi siete confrontati, avete accolto le vostre diversità, ottima base per una buona educazione. 

Imparare ad imparare. Da tutti. Per una educazione comune. E ogni giorno, io che sono il vostro maestro imparo una cosa nuova, sempre, da voi. 

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Agnese Bizzarri
Agnese Bizzarri

Agnese Bizzarri, autrice di libri per bambini. Laureata in Filosofia, si occupa di progetti educativi e culturali presso fondazioni, enti, pubbliche amministrazioni, università e associazioni non profit.

 

 

 

 

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