Le “mega elezioni” del 2024 potrebbero essere una pietra miliare per la democrazia: il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani

4 marzo 2024

Le “mega elezioni”, cioè le decine di elezioni che si svolgeranno quest’anno in tutto il mondo, saranno probabilmente “libere dall’odio” e rispetteranno la volontà del popolo. Purtroppo, ha avvertito lunedì il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk, ci sono segnali di allarme: diverse elezioni potrebbero non esserlo, tra cui Bangladesh, Ciad, Ungheria, Russia e Senegal.

 

In un aggiornamento al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, Türk ha descritto il 2024 come un “mega anno elettorale”, con più di 60 Paesi che dovrebbero tenere elezioni che coinvolgeranno quasi la metà della popolazione mondiale.

“Ogni elezione – anche se imperfetta – costituisce uno sforzo per riconoscere almeno formalmente l’aspirazione universale alla democrazia”, ha affermato l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, citando “serie preoccupazioni” riguardo alle elezioni in diversi Paesi.

 

Elezioni e raccomandazioni

In Ciad, Türk ha sottolineato con preoccupazione l’uccisione del leader dell’opposizione Yaya Dillo nella capitale del Paese, N’Djamena, la scorsa settimana. “Chiedo un’indagine trasparente, tempestiva e indipendente e che la transizione del Ciad in vista delle prossime elezioni rispetti pienamente il diritto internazionale dei diritti umani”, ha insistito.

In Ungheria, il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani ha sostenuto che, sebbene la “struttura formale delle elezioni” esistesse ancora, le libertà civiche erano state limitate in quanto il potere era stato concentrato nelle mani del governo, mentre il sistema giudiziario era “profondamente minato” e la capacità dei media di controllare i funzionari eletti era stata “erosa”.

“In India, con un elettorato di 960 milioni di persone, le prossime elezioni saranno uniche nel loro genere”, ha proseguito l’Alto Commissario per i diritti umani, esprimendo preoccupazione per le restrizioni allo spazio civico, i discorsi di odio e la discriminazione delle minoranze, in particolare dei musulmani.

Passando all’Iran, Türk ha osservato che le recenti elezioni si sono svolte in un contesto di profonde divisioni causate dalla repressione di diffuse proteste legate alla detenzione e alla morte in custodia della polizia di Jina Mahsa Amini, per non aver indossato correttamente il velo. Rimangono necessarie riforme urgenti per sostenere i diritti di tutti gli iraniani, in particolare delle donne, e per fermare l’uso della pena di morte, ha dichiarato il capo delle Nazioni Unite per i diritti.

 

Per saperne di più clicca qui.

.

Attualità