L’inondazione di Gaza è solo l’ultimo disastro a colpire i palestinesi disperati

Le forti piogge hanno creato nuove sofferenze a Gaza, mentre gli umanitari delle Nazioni Unite hanno ribadito le loro profonde preoccupazioni per il deterioramento della situazione sanitaria nella Striscia, tra i continui bombardamenti israeliani e gli scontri con i gruppi armati palestinesi.
 
14 dicembre 2023 – L’ufficio di coordinamento degli affari umanitari delle Nazioni Unite OCHA ha dichiarato che molte aree dell’enclave sono state allagate, “aggravando la situazione dei palestinesi sfollati”,  in attesa del briefing del Commissario UNRWA Philippe Lazzarini a Ginevra, dopo la sua ultima visita a Gaza.
Quasi 1,9 milioni di persone sono state sradicate dalla violenza e più della metà ha cercato sicurezza nella città meridionale di Rafah. Il numero di persone ospitate eccede di nove volte la capacità ricettiva dei rifugi dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati della Palestina (UNRWA) nel sud della Striscia, dove decine di persone di conseguenza si trovano a vivere all’aperto, esposte al clima rigido, o in rifugi di fortuna.

Emergenza idrica e igienico-sanitaria

 
OCHA ha dichiarato che nei rifugi sovraffollati non è possibile gestire le acque reflue. Insieme alle inondazioni e all’accumulo di rifiuti, le condizioni hanno attirato insetti, zanzare e ratti, aggravando ulteriormente il rischio di diffusione delle malattie. All’inizio della settimana le autorità sanitarie di Gaza hanno dichiarato di aver documentato 360.000 casi di malattie infettive nei rifugi e che il numero reale potrebbe essere più alto. Nel frattempo, mercoledì i partner umanitari che forniscono assistenza per l’acqua, i servizi igienico-sanitari e l’igiene alla popolazione di Gaza hanno segnalato l’urgente necessità di materiali da costruzione per riparare le condutture idriche danneggiate.  Secondo OCHA “l’impossibilità di provvedere alle riparazioni potrebbe causare l’interruzione dell’erogazione dell’acqua in alcune aree del sud di Gaza”.

Continua l’incursione nell’ospedale

 
L’ospedale Kamal Adwan, a Beit Lahiya, a nord di Gaza City, è stato oggetto di un’incursione delle truppe israeliane mercoledì per il secondo giorno consecutivo, ha dichiarato l’OCHA, “con notizie di arresti di massa e maltrattamenti delle persone detenute”. Secondo OCHA, cinque medici e tutto il personale femminile detenuti il giorno precedente sono stati rilasciati, ma il direttore dell’ospedale e circa 70 altri membri del personale medico “rimangono detenuti in un luogo sconosciuto al di fuori dell’ospedale”. L’agenzia sanitaria delle Nazioni Unite, l’OMS, ha espresso preoccupazione per il raid e ha esortato a proteggere i pazienti e il personale all’interno dell’ospedale.

Donne e ragazze colpite in modo sproporzionato

 
Gli esperti indipendenti in materia di diritti nominati dalle Nazioni Unite hanno lanciato giovedì un allarme sulle “tragiche conseguenze” del conflitto per le donne e le ragazze nei Territori Palestinesi Occupati e in Israele. I membri del Gruppo di lavoro sulla discriminazione contro le donne e le ragazze, hanno espresso seria preoccupazione per la presa in ostaggio di donne e ragazze israeliane da parte di Hamas durante gli attacchi terroristici del 7 ottobre e per le “crescenti accuse di violenza sessuale perpetrate da Hamas e da altri gruppi armati contro donne e ragazze in Israele” in quel giorno, chiedendo che le denunce siano indagate e che i responsabili siano chiamati a risponderne. Gli esperti hanno anche deplorato l’impatto disastroso del conflitto sulla salute, l’istruzione e il sostentamento di donne e ragazze nella Striscia. Dal 7 ottobre, 2.784 donne di Gaza sono diventate vedove e nuovi capifamiglia.
Gli esperti indipendenti nominati dalle Nazioni Unite ricevono il mandato dal Consiglio per i diritti umani e non sono membri del personale delle Nazioni Unite, né ricevono uno stipendio per il loro lavoro.
 
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