Lo status della Palestina all’ONU – Come diventare uno Stato membro dell’ONU?

Cosa serve alla Palestina per diventare uno Stato membro a tutti gli effetti delle Nazioni Unite? Mentre il Consiglio di Sicurezza si occupa della questione, e la devastante guerra a Gaza entra nel suo settimo mese, abbiamo analizzato lo status attuale della Palestina e cosa occorre per diventare uno Stato membro delle Nazioni Unite
Lo status attuale della Palestina

Attualmente, la Palestina è uno “Stato osservatore permanente” presso le Nazioni Unite. Gode dello status che le consente di partecipare a tutti i procedimenti dell’Organizzazione, ad eccezione del voto sulle bozze di risoluzione e sulle decisioni nei suoi organi e organismi principali, dal Consiglio di Sicurezza all’Assemblea Generale e ai suoi sei comitati principali.

Tuttavia, alcune altre partecipazioni sono escluse per gli Osservatori permanenti. Ciò è stato chiarito da una risoluzione dell’Assemblea Generale che, temporaneamente, per l’anno 2019, durante il quale la Palestina ha ricoperto la presidenza del Gruppo dei 77 Paesi in via di sviluppo e della Cina (G77), ha accordato alla Palestina ulteriori diritti: presentare proposte ed emendamenti e introdurli, esercitare il diritto di replica e sollevare mozioni procedurali, comprese le mozioni d’ordine e le richieste di mettere ai voti le proposte. Questi diritti temporaneamente concessi alla Palestina sono poi scaduti a partire dal 2020.

Il 2 aprile 2024, la Palestina ha inviato al Segretario Generale delle Nazioni Unite una lettera in cui chiedeva di prendere nuovamente in considerazione la richiesta di ammissione della Palestina all’ONU, richiesta originariamente presentata nel 2011. Ricevuta la richiesta, il Segretario Generale l’ha inoltrata al Consiglio di Sicurezza, che l’8 aprile ha affrontato la questione in una riunione aperta.

Il processo è una continuazione di quanto avvenuto nel settembre 2011, quando il presidente palestinese ha inviato una lettera con la richiesta di adesione alle Nazioni Unite al capo dell’ONU, che ha prontamente inviato la richiesta al Consiglio di Sicurezza e all’Assemblea Generale. In conformità con il regolamento interno provvisorio del Consiglio, il Consiglio di Sicurezza ha deferito la questione al Comitato per l’ammissione di nuovi membri, dove i membri hanno deliberato ma non sono stati unanimi nell’approvare la richiesta.

Come gli Stati diventano membri delle Nazioni Unite

Per l’ammissione di nuovi Stati membri è necessario l’accordo dell’Assemblea generale dell’ONU e del Consiglio di sicurezza.

Ogni domanda di adesione all’ONU viene presentata al Segretario Generale dell’ONU e poi inoltrata al Consiglio di Sicurezza e all’Assemblea Generale.

Quest’ultima, composta da 15 membri, decide se raccomandare o meno l’ammissione all’Assemblea generale, composta da 193 membri, dopo che il Comitato per l’ammissione di nuovi membri ha deliberato in merito.

Il processo è delineato nella Carta delle Nazioni Unite, secondo cui l’adesione all’ONU “è aperta a tutti gli altri Stati amanti della pace che accettano gli obblighi contenuti nella presente Carta” e “sono in grado e disposti ad adempiere a tali obblighi”.

Il Consiglio può votare sulla proposta e deve avere almeno nove membri a favore e nessuno dei suoi membri permanenti – Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti – deve usare il proprio potere di veto.

Comitato per l’ammissione di nuovi membri

Come previsto dalla regola 59 del suo regolamento interno provvisorio, il Consiglio di sicurezza ha deferito la questione al Comitato per l’ammissione di nuovi membri. Il Comitato si è riunito due volte, l’8 e l’11 aprile 2024.

Nel 2011, i membri del Comitato hanno esaminato la richiesta della Palestina nel corso di riunioni tenutesi nell’arco di due mesi. Tuttavia non sono riusciti a consigliare all’unanimità al Consiglio di approvare la richiesta. Infatti alcuni membri si sono espressi a favore, altri hanno osservato che era prevista un’astensione in caso di votazione e alcuni hanno suggerito altre opzioni, tra cui quella che, come passo intermedio. “L’Assemblea Generale dovrebbe adottare una risoluzione con cui la Palestina sarebbe diventata uno Stato osservatore”, secondo il rapporto del Comitato.

L’organismo mondiale vota

Dopo aver ricevuto la raccomandazione positiva del Consiglio, l’Assemblea generale svolge il suo ruolo.

In caso di approvazione – come nel caso di Israele nel 1948 e di decine di altri, tra cui il Sud Sudan, nel 2011, il più recente Stato membro delle Nazioni Unite – l’Assemblea ha il compito di redigere una risoluzione.

Poco dopo aver ricevuto una raccomandazione del Consiglio, l’Assemblea Generale tiene una votazione sulla questione, alla quale partecipano tutti i 193 Stati membri.

Concessione dello status di membro a pieno titolo

Nell’ammettere più di 100 Stati membri dalla fondazione dell’ONU nel 1945, l’Assemblea Generale ha bisogno di una maggioranza di due terzi in una votazione per ammettere un nuovo membro.

Una volta adottata la risoluzione, il nuovo membro è ufficialmente ammesso all’ONU.

L’adesione comporta la partecipazione alle riunioni dell’ONU, il pagamento di quote annuali e il voto su tutte le questioni che vengono sottoposte all’Organizzazione. La bandiera del nuovo membro viene quindi aggiunta alla fila di membri che si estende sulla facciata della sede centrale dell’ONU a New York e degli altri uffici principali dell’ONU in tutto il mondo.

Status di osservatore permanente non membro

Nel caso della Palestina, un anno dopo, nel 2012, l’Assemblea generale ha deciso di riconoscerla come “Stato osservatore permanente non membro”.

Mentre l’unico altro Stato osservatore non membro attuale è la Santa Sede, che rappresenta il Vaticano, la prassi di concedere questo status risale al 1946, quando il Segretario g

Generale accettò la designazione del governo svizzero come osservatore permanente presso le Nazioni Unite. Osservatori sono stati successivamente proposti da alcuni Stati che sono poi diventati Stati membri delle Nazioni Unite, tra cui Austria, Finlandia, Italia e Giappone.

In qualità di Stato osservatore permanente, la bandiera della Palestina sventola all’esterno dell’edificio del Segretariato delle Nazioni Unite a New York, sebbene sia leggermente separata dalle bandiere degli Stati membri dell’ONU e non faccia parte dello schieramento alfabetico.

Come la Palestina è diventata uno Stato osservatore non membro

Il 29 novembre 2012, l’Assemblea Generale ha adottato una risoluzione che concede alla Palestina lo status di Stato osservatore non membro delle Nazioni Unite, con un voto di 138 favorevoli, 9 contrari (Canada, Repubblica Ceca, Stati Federati di Micronesia, Israele, Isole Marshall, Nauru, Panama, Palau, Stati Uniti) e 41 astensioni.

Fino al 2012, la Palestina aveva lo status di osservatore all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ma non di Stato.

Il voto è avvenuto nello stesso giorno in cui le Nazioni Unite hanno osservato l’annuale Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese.Istituita nel 1977, la Giornata segna la data in cui, nel 1947, l’Assemblea adottò una risoluzione che divideva l’allora Palestina in due Stati, uno ebraico e uno arabo.

Al momento dell’adozione, nel 2012, Mahmoud Abbas, presidente dell’Autorità Palestinese, ha dichiarato che l’obiettivo di presentarsi davanti all’organismo mondiale per cambiare il proprio status era quello di cercare di “dare nuova vita” al processo di pace.

 

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