UNICEF — I bambini di Gaza non hanno più tempo: La carenza d’acqua scatena l’allarme malattie

UNICEF — I bambini di Gaza non hanno più tempo: La carenza d’acqua scatena l’allarme malattie 

 

Ginevra 21 novembre- Segue un sunto delle dichiarazioni del Portavoce UNICEF James Elder 
 
Se l’accesso dei bambini all’acqua e ai servizi igienici a Gaza continuerà a essere limitato e insufficiente, assisteremo a un tragico – ma del tutto evitabile – aumento del numero di bambini che muoiono”.
“A Gaza sta anche piovendo. Insieme, i bambini devono affrontare una grave minaccia di epidemia di massa. Sarà letale.
È importante ricordare che la soglia di emergenza di una quantità minima di acqua per persona al giorno – sia in condizioni di guerra sia di carestia – è di 15 litri. Questo per bere, pulire, cucinare: tutti elementi fondamentali per prevenire le malattie trasmesse dall’acqua e altre malattie infettive.
Eppure ci sono zone di Gaza, in particolare il nord – dove secondo le stime si trovano circa 700.000 persone – dove la gente fatica ad avere accesso a soli tre litri al giorno.
Siamo chiari: il controllo del carburante e dell’accesso all’acqua significa controllare se migliaia – forse decine di migliaia – di bambini vivono o muoiono”.
E non è una nota a piè di pagina: più di 5.350 bambini palestinesi sarebbero già stati uccisi. Il bilancio delle vittime tra i bambini è nauseante. Il dolore si sta radicando a Gaza.
Questo è quindi un avvertimento crudo: senza carburante sufficiente, senza acqua sufficiente, le condizioni dei bambini peggioreranno”.
Nel frattempo, almeno 30 bambini israeliani sono ancora tenuti in ostaggio da qualche parte in questo paesaggio infernale. Devono essere liberati. È ripugnante pensare alla loro paura, al tormento che le loro famiglie stanno sopportando. Deve finire.
Il potenziale di perdita di vite umane a Gaza è notevolmente aggravato dal fatto che circa 800.000 bambini sono sfollati.
Cercano disperatamente – e spesso vanamente – di mettersi al sicuro in rifugi densamente affollati”.
In media, nei rifugi dell’UNRWA c’è una doccia ogni 700 persone. E un solo bagno ogni 150 persone. Le code durano ore. Pensate a cosa significa per le ragazze adolescenti. “Senza carburante sufficiente, assisteremo al collasso dei servizi igienici.
Abbiamo quindi una tempesta perfetta per la diffusione delle malattie. La tempesta perfetta per la tragedia: una disperata mancanza d’acqua, materiale fecale sparso in insediamenti densamente popolati, una mancanza inaccettabile di latrine, gravi limitazioni nel lavaggio delle mani, nell’igiene personale e nella pulizia.
Stiamo già assistendo a un numero di casi di diarrea tra i bambini di età inferiore ai 5 anni quasi 10 volte superiore alla media mensile, oltre a un aumento di scabbia, pidocchi, varicella, eruzioni cutanee e infezioni respiratorie.
Cosa deve succedere:
Permettere la fornitura di materiali e attrezzature idriche e igienico-sanitarie per la riparazione e il funzionamento di emergenza dei servizi idrici e igienico-sanitari critici, compresi la produzione, il trattamento e la distribuzione.
Fornire immediatamente un accesso sicuro e senza ostacoli a una fornitura giornaliera di carburante che soddisfi tutte le esigenze di funzionamento delle strutture idriche e igienico-sanitarie critiche; e occorre un cessate il fuoco umanitario,  un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli e il rilascio immediato e sicuro di tutti i bambini rapiti. Senza di ciò, un mondo indifferente assisterà alla morte di innumerevoli bambini a Gaza”, ha concluso il Portavoce UNICEF.
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