UNICEF – Ucraina – Bambini in prima linea: lotta contro i traumi mentali e la clandestinità

KYIV, 23 febbraio 2024 – “Secondo le stime dell’UNICEF, negli ultimi due anni di guerra, i bambini delle città delle zone di frontiera dell’Ucraina sono stati costretti a trascorrere tra le 3.000 e le 5.000 ore – equivalenti a un periodo compreso tra i quattro e i sette mesi – rifugiandosi sottoterra.

“Provate a immaginare di passare 200 giorni negli ultimi due anni confinati in uno scantinato, in un bunker o in un buco nel terreno. Questa è stata la realtà per molti bambini in prima linea in Ucraina.

“La ricerca di sicurezza dai missili e dai droni ha un costo elevato per questi bambini. Dalle decine di conversazioni che ho avuto con le famiglie e gli psicologi infantili sui fronti intorno a Kharkiv, questa situazione è diventata assolutamente devastante per la salute mentale. Le cicatrici psicologiche per i bambini sono profonde. E si aggravano di giorno in giorno.

“Secondo i dati dell’indagine, la metà dei ragazzi tra i 13 e i 15 anni ha problemi a dormire e uno su cinque ha pensieri intrusivi e flashback – manifestazioni tipiche del disturbo da stress post-traumatico. Tre quarti dei bambini e dei giovani di età compresa tra i 14 e i 34 anni hanno recentemente dichiarato di aver bisogno di sostegno emotivo o psicologico.

“I continui bombardamenti e l’aumento dell’uso dei droni, la consapevolezza che i bambini continuano a essere uccisi, ostacolano la capacità dei bambini di superare la profonda angoscia e il trauma inflitti da questa guerra.

“I genitori di tutta l’Ucraina riferiscono che i loro figli sperimentano paura eccessiva, ansia, fobie e tristezza, disinteresse per la scuola e disturbi del sonno. In un momento in cui le cure dei genitori sono più necessarie, la metà dei genitori intervistati dichiara di avere difficoltà a sostenere i propri figli. In effetti, come mi ha fatto notare una psicologa infantile di Kharkiv, le cure dei genitori sono essenziali per gestire l’immenso stress tossico che i bambini subiscono a causa della prolungata esposizione ai conflitti e al caos. Ma come, se i genitori stessi stanno vivendo gli stessi eventi?

“Nonostante l’istruzione sia una fonte fondamentale di speranza e stabilità, è cronicamente interrotta e fuori portata per una parte sostanziale dei bambini ucraini. Negli ultimi quattro anni, due anni di COVID-19 e due anni di guerra totale, i bambini delle zone di frontiera sono stati a scuola per una sola settimana. Nella regione di Kharkiv, due scuole su 700 offrono lezioni in presenza.

“Quasi tutte le persone con cui ho parlato hanno espresso profonda preoccupazione per la scarsa socializzazione dei loro figli.

“Ma c’è una risposta:

  • L’UNICEF ha infermiere in prima linea che vanno di porta in porta per dare alle madri, ai loro bambini e ai loro neonati sostegno e cure durante i primi momenti critici.
  • L’UNICEF ha squadre e squadre di operatori in prima linea che consegnano indumenti caldi, medicinali e altre forniture salvavita.
  • L’UNICEF ha una rete di psicologi che sostengono i bambini e i loro genitori, aiutandoli a superare l’angoscia e il trauma e a trovare un po’ di sollievo e di gioia.
  • L’UNICEF sostiene la ricostruzione di infrastrutture critiche, tra cui scuole e sistemi idrici, migliaia dei quali sono stati danneggiati o distrutti durante gli attacchi.
  • E dato che un terzo del territorio ucraino è disseminato di mine antiuomo, l’UNICEF sta fornendo un’educazione salvavita sui rischi delle mine per aiutare i bambini a proteggersi.

“La natura distruttiva di questa guerra si manifesta non solo sul campo di battaglia, ma anche nella vita delle famiglie; ogni giorno si consuma un po’ più di forza, speranza ed energia. Tendiamo ad ammirare la resilienza dell’Ucraina e dei suoi bambini, ma tendiamo a dimenticare quanto questa resilienza costi loro”.

 

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