75 anni di campagna ONU per il mantenimento della pace

75 anni di campagna ONU per il mantenimento della pace: La pace inizia con me

La Pace inizia con me – Messaggi chiave

  • Per 75 anni, le forze di pace delle Nazioni Unite hanno salvato e cambiato vite, nelle situazioni politiche e di sicurezza più fragili del mondo. Sono persone comuni che cercano di ottenere risultati straordinari in condizioni difficili e talvolta pericolose.
  • Oggi, il panorama in cui opera la tutela della pace dell’ONU è più pericoloso che mai. Le tensioni geopolitiche a livello globale risuonano localmente. I conflitti sono più complessi. Le forze di pace si trovano di fronte a terroristi, criminali e gruppi armati che hanno accesso a potenti armi e tecnologie moderne, e un interesse legittimo nel causare disordine.
  • Le operazioni di pace dell’ONU stanno affrontando anche una nuova e crescente minaccia derivante dalla militarizzazione degli strumenti digitali con disinformazione; a tal punto da alimentare violenza contro il nostro personale e partner.
  • Nonostante la presenza di queste problematiche, le forze di pace perseverano nella ricerca della pace, insieme ad altri partner. Continuiamo a costruire delle forti e solide relazioni con comunità locali, donne e giovani, società civile, organizzazioni umanitarie e non governative e governi.
  • La tutela della pace è un’impresa notevole di multilateralismo e solidarietà internazionale. Ma non può arrivare ad un punto di incontro per tutti i bisogni e le aspettative. Per avere successo tra nuove minacce e sfide in crescita, tutti noi dobbiamo fare la nostra parte e adattarci alle nuove realtà.
  • Stiamo lavorando incessantemente per trovare nuovi modi per essere più progressivi, innovativi ed efficaci. I nostri sforzi per rafforzare il mantenimento della pace sono guidati dall’iniziativa “Azione per il mantenimento della pace” e il piano “Azione per il mantenimento della pace + piano d’attuazione, che fissano obiettivi ambiziosi e settori prioritari per il progresso.
  • Per 75 anni, le forze di pace hanno permesso una concreta differenza, alle vite di milioni di persone, finite in conflitti catastrofici. Più di un milione di persone e personale in uniforme ha contributo a questo sforzo globale per arrivare alla pace e ad una situazione di progresso per tutte le persone.
  • Ringraziamo le nostre forze di pace, passate e future, per il loro servizio e sacrificio, e rendendo omaggio ai colleghi; che hanno pagato a caro prezzo dando la loro vita per la causa della pace, sotto la bandiera delle Nazioni Unite. La loro eredità ci ispira tutti ad agire nella consapevolezza che “la pace inizia con me”.”

Cinque temi della campagna volti ad integrare A4P/A4P+

  1. Promuovere soluzioni politiche e portare avanti una pace sostenibile.
  • Garantire soluzioni politiche atte ad assicurare una pace sostenibile è la nostra assoluta priorità ed è il metro di giudizio per il successo. Per raggiungere questo risultato le missioni di pace contribuiscono a prevenire e a porre fine ai conflitti, a favorire la mediazione e ad instaurare un clima di pace tra le parti in conflitto, nonché fiducia e rispetto con e tra le comunità.
  • Al fine di costruire una pace duratura, offriamo il nostro aiuto alle autorità nazionali e alle comunità locali per rendere accessibile la salute e l’istruzione, opportunità di sostentamento, commercio e crescita economica. Addestraimo la polizia locale e ricostruiamo i sistemi giudiziari, promuovendo i diritti umani e i processi di inclusività, dove tutti possono prendere parte ai processi decisionali e alla costruzione della pace, in particolar modo donne e bambini.
  • Per ottenere delle soluzioni politiche che siano durature nel tempo, abbiamo bisogno della partecipazione attiva dei paesi ospitanti e del sostegno degli stati membri, dei partner regionali e delle comunità con le quali collaboriamo. Possiamo ottenere la pace solo attraverso una sforzo collettivo per travalicare le differenze, proteggere i più vulnerabili e costruire una cultura di pace.
  1. Migliorare la protezione dei civili e la sicurezza delle forze internazionali di pace
  • Ci troviamo di fronte al maggior numero di conflitti violenti dalla Seconda guerra mondiale. Due miliardi di persone vivono in zone conflittuali, e l’anno scorso, 84 mila persone sono state sfollate con la forza a causa della violenza e delle violazioni dei diritti umani.
  • I governi sono i principali responsabili della protezione dei civili e del soddisfacimento dei loro bisogni. Le forze di pace civili, militari e di polizia lavorano in 12 contesti di conflitto per salvare e cambiare vite, prevenendo conflitti e violenze sessuali, proteggendo le comunità vulnerabili, compresi i bambini reclutati da gruppi armati, e promuovendo i diritti umani.
  • Gli ambienti in cui operiamo sono più complessi e pericolosi che mai. Gli accordi politici sono assenti o fragili, le situazioni di sicurezza sono volatili e le aspettative sono alte, mentre le risorse e le capacità sono limitate.
  • Laddove la bandiera blu rappresentava un tempo un simbolo di sicurezza, ora rischia di rendere le forze di pace un bersaglio. Nonostante gli enormi sforzi per mantenere il personale al sicuro, sempre più forze di pace vengono ferite e uccise in servizio. Gli attacchi contro le forze di pace sono aumentati da 280 nel 2020 a 463 l’anno scorso e le vittime a causa di atti dannosi sono quasi raddoppiate da 13 a 25. Questa violenza non solo costa la vita delle forze di pace, ma compromette anche la nostra capacità di proteggere le comunità che serviamo.
  • Le forze di pace delle Nazioni Unite stanno lavorando con i governi ospitanti, gli Stati membri e i Paesi contribuenti per migliorare la sicurezza e il benessere delle forze di pace.
  1. Attuazione dell’Agenda “Donne, Pace e Sicurezza”
  • I conflitti violenti colpiscono in maniera sproporzionata donne e ragazze, causando danni immensi e intensificando le disuguaglianze di genere preesistenti. Donne e ragazze spesso diventano bersaglio di violenze sessuali connesse ai conflitti, che provocano danni fisici, traumi e umiliazioni, allontanamenti, fratturano famiglie e relazioni sociali. Come previsto dal mandato di protezione dei civili, le forze di pace delle Nazioni Unite prevengono e rispondono a queste violenze, in particolare nei confronti delle donne e dei bambini, sostengono i diritti umani e promuovono l’Agenda “ Donne, Pace e Sicurezza”.
  • Non c’è pace sostenibile senza le donne. Le donne svolgono un ruolo fondamentale nella prevenzione dei conflitti, nella costruzione della pace e dell’aiutare i Paesi a riprendersi dalle crisi. Nel fare questo, spesso mettono a rischio la propria vita. Ciononostante, oggi  rimangono in gran parte ai margini dei processi formali di pace e decisionali. Nel 2021, le donne hanno partecipato come negoziatrici o delegate delle parti in conflitto in tutti i processi di pace (co)guidati dalle Nazioni Unite. Tuttavia, la rappresentanza femminile si è attestata al 19 percento ,rispetto al 23 percento del 2020.  Lo scorso anno, inoltre, le donne rappresentavano solo il 22 percento dei ministri a livello globale e il 18 percento nei Paesi colpiti da conflitti e nei Paesi post-conflitto.
  • Il Pacekeeping delle Nazioni Unite lavora in prima linea per far progredire l’Agenda “Donne, Pace e Sicurezza”, ponendo le priorità e i diritti delle donne al centro dei processi politici e di pace, nonché incrementando la presenza femminile nelle operazioni di mantenimento della pace e sostenendo le donne come promotrici di pace nelle loro Comunità.
  • Nel 2021, solo il 7,8% del personale militare, di polizia, di giustizia e penitenziario nelle missioni di mantenimento della pace era costituito da donne. Nel marzo 2022, il 30% del personale civile delle operazioni di peacekeeping era costituito da donne e otto donne (38%) ricoprono il ruolo di capo e vice capo delle operazioni di pace.
  1. Rafforzare le partnership
  • Il mantenimento della pace è un’iniziativa collettiva e globale. Da soli non potremo mai riuscirci ma assieme ai nostri partner siamo più forti e cambiamo al meglio le vite delle persone. La pace inizia da ciascuno di noi e tutti abbiamo il compito di garantire soluzioni sostenibili ai conflitti e di costruire un futuro migliore.
  • Tra i nostri partner vi sono operatori umanitari che forniscono assistenza salvavita ai più vulnerabili. Possiamo contare su relazioni forti con le comunità di cui siamo al servizio, le quali sono per noi una fonte di ispirazione con la loro resilienza e la perseveranza nel dare il loro aiuto per risolvere le tensioni, promuovere la riconciliazione e costruire la pace. Le donne e i giovani sono di grande importanza per questo sforzo collettivo in quanto potenti paladini della pace, così come la società civile e i media che fanno luce sulle sfide e aiutano a promuovere le soluzioni.
  • Continuiamo a rafforzare le nostre partnership con gli Stati membri che contribuiscono alle nostre 12 missioni di pace con oltre 75.000 unità di personale in uniforme. Contiamo inoltre sul consenso e sulla partecipazione attiva dei governi ospitanti e sul sostegno forte e unito dei partner regionali e internazionali per convincere le parti ad accantonare le loro differenze in modo tale da poter perseguire la pace.

5. Migliorare prestazioni e responsabilità

  • Il mantenimento della pace è uno strumento imperfetto che non potrà mai soddisfare tutte le necessità e aspettative. Quando non adempiremo ai nostri mandati, continueremo ad esserne considerati responsabili. Per rafforzare il nostro impatto, valutiamo costantemente le nostre prestazioni e cerchiamo modalità per essere più innovativi, specialmente tramite Action for Peacekeeping che stabilisce aree di priorità dove è necessario apportare progresso.
  • Stiamo elaborando attivamente la strategia di trasformazione digitale per migliorare le nostre prestazioni e proteggere maggiormente i nostri soldati, innovando le nostre tecnologie e riducendo così i loro rischi.
  • L’ONU si aspetta dai caschi blu la migliore delle condotte. Le cattive condotte, tra cui anche sfruttamento e abuso sessuali, causano danni immensi, sono contrarie ai nostri valori e rovinano il rapporto di fiducia tra l’ONU e le comunità che serviamo.
  • La problematica della cattiva condotta sessuale non è nuova, né esclusiva dell’ONU. Ad ogni modo è nostro compito stabilire uno standard globale di prevenzione e risposta a sfruttamento e abuso sessuali e gestire l’impatto che ne deriva in modo efficace e umano. Poniamo i diritti e la dignità delle vittime in primo piano nei nostri tentativi di prevenzione di ogni cattiva condotta. Le nostre squadre educano il personale ad elevati standard di condotta, aumentano la consapevolezza all’interno delle comunità su come denunciare atti di cattiva condotta e rispondono e agiscono pubblicamente alle accuse. Ma non possiamo farcela da soli. Contiamo sugli Stati membri affinché ritengano responsabili i loro soldati e la loro polizia non esitando ad assicurarli alla giustizia e ascoltino e accolgano le necessità delle vittime.
  • I caschi blu sono in prima linea nelle crisi legate al clima. Vediamo in prima persona gli effetti devastanti di siccità, alluvioni, incendi, inquinamento atmosferico, ridotto accesso al cibo, competizioni e conflitti crescenti per la detenzione di acqua, terreni da pascolo e altre risorse naturali, ridotte opzioni di mezzi di sostentamento e maggiore stress economico all’interno delle comunità che serviamo. Tutto ciò ha un diretto impatto sulla pace e la sicurezza.
  • Stiamo lavorando attivamente con diversi partner per affrontare la crisi climatica. È nostra priorità gestire responsabilmente il nostro impatto ambientale all’interno dei Paesi e delle comunità che serviamo. Ad esempio, ci impegniamo a ottimizzare l’utilizzo di risorse scarse come l’acqua, ridurre i rifiuti e migliorare i sistemi di smaltimento nelle zone in cui operiamo e promuovere l’utilizzo di energie rinnovabili nelle comunità che serviamo.

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