Emissions Gap Report 2020 – UNEP

Facendo seguito al recente discorso del Segretario Generale António Guterres sullo Stato del Pianeta, il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) ha pubblicato oggi l’undicesimo Emissions Gap Report, il rapporto annuale dedicato allo studio delle emissioni di gas serra a livello globale.

Ogni anno, il rapporto valuta la differenza che intercorre tra le emissioni stimate e i livelli di emissioni previsti dagli Accordi di Parigi, che mirano a mantenere il riscaldamento globale sotto i 2 °C.

In particolare, quest’edizione delinea un quadro generale condizionato dalla pandemia da COVID-19. Malgrado il significativo rallentamento dell’economia globale dovuto alla pandemia e la conseguente riduzione delle emissioni di CO2, il rapporto sottolinea che il mondo sta procedendo inesorabilmente verso lo sforamento dei parametri posti dagli Accordi di Parigi. Il rapporto rileva infatti che nel 2019 le emissioni totali di gas a effetto serra hanno raggiunto un nuovo massimo di 59,1 giga-tonnellate di CO2. Le emissioni globali di gas serra sono aumentate in media dell’1,4% all’anno dal 2010, con un aumento del 2,6% nel 2019 a causa di un forte aumento degli incendi boschivi.

Tuttavia, quest’anno l’elemento chiave per contrastare in modo significativo l’aumento delle emissioni di gas serra potrebbe essere la ripartenza post-COVID: come ha sottolineato anche il Segretario Generale nel suo discorso, la ripresa dalla pandemia rappresenta un’occasione per mettere la sostenibilità al centro e affrontare in modo deciso l’emergenza climatica.

Secondo lo studio di UNEP, una ripresa verde dalla pandemia potrebbe infatti comportare una riduzione fino al 25% delle emissioni stimate di gas serra entro il 2030, riportando il mondo sulla strada giusta per evitare l’innalzamento della temperatura sopra alla soglia critica dei 2 gradi Celsius. Questo, sottolineano gli esperti, può avvenire soltanto se i governi mettono l’azione climatica al centro dei piani di ripresa dal COVID-19: non basta quindi che gli Stati si assumano l’impegno di raggiungere la neutralità carbonica, ma servono azioni concrete nel breve e medio termine. Tra le misure auspicate dall’agenzia ONU, vi sono incentivi e misure dirette per favorire tecnologie e infrastrutture a zero-emissioni, la riduzione dei sussidi ai combustibili fossili, l’impegno a non costruire centrali elettriche a carbone e, ultimo ma non meno importante, promuovere soluzioni “verdi” alle necessità dei cittadini, con un’attenzione particolare per la riforestazione e la tutela e ricostruzione degli ambienti naturali.

L’Emissions Gap Report di quest’anno si è inoltre concentrato su due settori specifici, quello del comportamento dei consumatori e quello dei trasporti marittimi e aerei. Il settore dei trasporti è infatti responsabile circa del 5% delle emissioni a livello globale, emissioni che si stima aumenteranno in futuro perché legate a doppio filo all’aumento della domanda mondiale. UNEP però sottolinea che grazie all’utilizzo di tecnologie verdi e al progressivo abbandono dei combustibili fossili, si potrà ridurre l’impatto di questi settori sul pianeta.

Tornando invece a considerare i comportamenti di consumo, l’agenzia evidenzia che un cambiamento delle abitudini del settore privato e dei singoli individui gioca un ruolo essenziale nell’ottenere una riduzione drastica delle emissioni di gas serra. Infatti, circa i due terzi delle emissioni globali derivano dal settore privato e possono essere ricollegate ai consumi domestici, soprattutto quelli dei paesi più ricchi. Secondo le stime, le emissioni dell’uno per cento più ricco della popolazione mondiale rappresentano più del doppio della quota complessiva di emissioni provenienti dal 50 per cento più povero: per arrivare quindi alla neutralità climatica sono necessari cambiamenti radicali sia a livello socio-economico sia a livello culturale, specialmente nei paesi più ricchi.

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