FAO: A Ottobre continuano a salire i prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo

La FAO rivede al ribasso le stime sulla produzione mondiale di cereali, ma i dati relativi all’anno in corso continuano a parlare di cifre record

5 novembre 2020, Roma – Stando a un nuovo rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, per il quinto mese consecutivo i prezzi dei generi alimentari sono continuati a salire in ottobre, trainati da cereali, zucchero, prodotti lattiero-caseari e oli vegetali.

L’Indice FAO dei prezzi dei prodotti alimentari, che rileva i prezzi internazionali dei generi alimentari più frequentemente oggetto di scambi commerciali, ha segnato in media 100,9 punti nel mese di ottobre 2020, in crescita del 3,1 percento rispetto allo scorso mese e del 6,0 percento rispetto al valore registrato nell’ottobre 2019.

L’Indice FAO dei prezzi dei cereali ha subito un’impennata del 7,2 percento dal mese precedente e del 16,5 percento rispetto ad ottobre 2019. Lo scatto si deve prevalentemente all’aumento dei prezzi del grano in un contesto di insufficienti disponibilità per l’esportazione, deterioramento delle condizioni colturali in Argentina e protratta siccità, con conseguenti ripercussioni negative sulle semine invernali di frumento in Europa, America settentrionale e nella regione del Mar Nero.  Anche i prezzi di mais, orzo da foraggio e sorgo hanno mantenuto una curva crescente in ottobre, a fronte di una diminuzione dei prezzi del riso.

L’Indice FAO dei prezzi degli oli vegetali è salito dell’1,8 percento nel corso del mese, facendo segnare il valore più alto degli ultimi nove mesi, sotto la spinta dei prezzi più stabili degli oli di palma e di soia. Per contro, i prezzi dell’olio di colza si presentano in moderato calo, a causa di una maggiore incertezza della domanda dell’Unione europea (UE), che ha risentito del recente deterioramento della situazione della pandemia COVID-19 nella regione.

Da settembre l’Indice FAO dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari è cresciuto del 2,2 percento, un rialzo che ha interessato in particolare il formaggio, seguito dal latte scremato in polvere, dal latte intero in polvere e dal burro. I rincari di ottobre riflettono la stretta dei mercati sulle consegne a breve termine, pungolate da una forte domanda di importazione dai mercati asiatico e medio-orientale.

L’Indice FAO dei prezzi dello zucchero ha subito un incremento del 7,6 percento da settembre, una variazione ampiamente influenzata dal previsto calo della produzione sia in Brasile che in India, i due maggiori produttori di zucchero al mondo.

L’Indice FAO dei prezzi della carne, per contro, è sceso dello 0,5 percento da settembre, un dato che segna il nono calo consecutivo a partire dallo scorso gennaio, risultante dalle flessioni dei prezzi della carne suina dovute in parte all’azione costante delle restrizioni sulle importazioni imposte dalla Cina alla Germania. In ribasso anche i prezzi della carne bovina e del pollame, mentre i prezzi della carne ovina sono aumentati a fronte di una domanda interna stabile e alla riduzione delle forniture per l’esportazione.

Nonostante le revisioni al ribasso, si prevede ancora una produzione di cereali record

Nell’ultimo Bollettino FAO sull’offerta e domanda di cereali, pubblicato anch’esso in data odierna, la FAO ha rivisto i dati relativi alla produzione mondiale di cereali per il 2020 per il secondo mese consecutivo, riducendola di quasi 13 milioni di tonnellate, prevalentemente a causa di un’attesa diminuzione della produzione di cereali secondari a livello mondiale. Si continua, tuttavia, a stimare una produzione globale di cereali al livello record di 2 750 milioni di tonnellate, un quantitativo che supera dell’1,6 percento il dato del 2019.

La previsione di un calo della produzione di cereali secondari risente dell’attesa diminuzione della produzione di mais nell’UE e in Ucraina, dove il protrarsi delle condizioni meteorologiche avverse ha ulteriormente peggiorato le stime relative al rendimento dei raccolti.

Un leggero ritocco ha subito questo mese anche la valutazione riguardante la produzione globale di grano per il 2020, in considerazione delle prospettive di una contrazione della produzione in Ucraina e Argentina dovuta alle interferenze della siccità.

Per quanto riguarda la coltivazione di grano per la stagione invernale 2021, di cui è già iniziata la semina nell’emisfero nord, le stime sono generalmente positive, in linea con le aspettative di un incremento della semina stimolato a sua volta dall’aumento dei prezzi in diversi paesi principali produttori, in particolare nell’UE.

La FAO ha anche ritoccato al rialzo le stime relative all’utilizzo di cereali nel periodo 2020/2021 portandole a 2 745 milioni di tonnellate, un valore che rappresenterebbe un’espansione dell’1,9 percento rispetto al livello del 2019/2020, perlopiù ottenuto correggendo in positivo i dati relativi al consumo di grano nell’UE.

Le previsioni di una riduzione della produzione mondiale di mais, grano e riso nel corso del mese, in un contesto di accelerazione del ritmo delle esportazioni a fronte di una forte domanda di importazioni a livello mondiale, avranno come prevedibile effetto quello di diminuire le scorte, soprattutto tra i principali esportatori.  La FAO ha previsto una contrazione delle scorte mondiali di cereali di 13,6 milioni di tonnellate a partire da ottobre ed entro la fine della stagione nel 2021, fino a raggiungere un quantitativo di 876 milioni di tonnellate complessive, un dato che precipita al di sotto del risultato più basso di sempre, registrato nella stagione 2017/2018. Il conseguente rapporto mondiale tra riserve e utilizzo di cereali nel 2020/2021 si attesta al 31,1 percento, un valore che ciò nonostante rispecchia le stime di una disponibilità di scorte relativamente abbondante a livello mondiale nella nuova stagione.

La FAO prevede che, nel biennio 2020/2021, gli scambi commerciali di cereali in tutto il mondo aumenteranno del 3,0 percento rispetto al livello del 2019/2020, per un totale di 451 milioni di tonnellate, con espansioni previste per tutti i principali cereali, trainate dalla prospettiva di un incremento del 4,7 percento degli scambi commerciali mondiali di cereali secondari.

Attualità