Papa Francesco riceve i leader delle popolazioni indigene che chiedono giustizia climatica

Papa Francesco riceve i leader delle popolazioni indigene che chiedono giustizia climatica

Città del Vaticano, 10 febbraio 2023. Incontrando oggi Papa Francesco, 40 leader delle popolazioni indigene hanno espresso la loro preoccupazione per il prezzo che le industrie estrattive e di sfruttamento che alimentano l’economia globale stanno facendo pagare, causando una crescente disuguaglianza, impedendo l’accesso ai diritti umani di base e ostacolando la sostenibilità ambientale.

I leader indigeni, a Roma per partecipare al 6° Incontro Mondiale del Forum dei Popoli Indigeniospitato dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD), hanno consegnato il loro messaggio durante un’udienza privata con Sua Santità Papa Francesco.

“I pericoli che incombono sul nostro mondo non solo persistono dal nostro ultimo incontro nel 2019, ma sono drammaticamente peggiorati per molti aspetti. Gli esseri umani continuano a distruggere la natura, a inquinare le nostre acque e a incendiare le nostre giungle e foreste”, hanno scritto i rappresentanti indigeni in una lettera consegnata a Sua Santità.

La corsa alle risorse naturali nelle aree in cui vivono, comprese le foreste pluviali ricche di legname e le aree minerarie ricche di giacimenti, continua a causare sconfinamenti nelle terre e nei territori dei popoli indigeni da parte delle industrie estrattive. La mancanza di un sostegno e di una protezione efficaci porta spesso a una serie di intimidazioni, violenze estreme e persino omicidi. Nel 2020, oltre un terzo dei 227 attivisti per il clima e l’ambiente uccisi nel mondo proveniva da comunità indigene; quasi tre omicidi su quattro sono avvenuti in America Latina.

Presente all’udienza anche il Presidente dell’IFAD Alvaro Lario. Egli ha sottolineato il ruolo delle popolazioni indigene come leader della lotta alla crisi climatica, essenziali per proteggere la biodiversità e garantire un futuro sostenibile sulla Terra per le generazioni future.

“Nessuno, nessun agronomo o professionista dello sviluppo potrà mai comprendere la natura così profondamente come le popolazioni indigene. Custodite per millenni, le loro conoscenze sulla vita vegetale e animale della Terra rimangono incomparabili”, ha dichiarato Lario.

Più di 476 milioni di persone in 90 Paesi si definiscono Popolazioni Indigene. Sebbene rappresentino circa il 6% della popolazione mondiale, costituiscono il 18% delle persone più povere del mondo. Sette su dieci sono originari della regione dell’Asia e del Pacifico. I popoli indigeni contribuiscono a preservare una parte significativa della biodiversità mondiale, che si estende su un quarto della superficie del pianeta.

“Le popolazioni indigene stanno dimostrando un’enorme resilienza e creatività come leader della lotta ai cambiamenti climatici e custodi della natura. Stanno creando pratiche e applicando approcci unici che sono preziosi per affrontare la crisi climatica”, ha aggiunto Lario.

Nonostante le loro conoscenze tradizionali, la crisi climatica sta minacciando seriamente i loro mezzi di sussistenza. L’agricoltura, la pastorizia, la coltivazione mobile, l’agricoltura a rotazione, la pesca, la caccia e i raccolti dipendono da un clima prevedibile. Le popolazioni indigene sono particolarmente vulnerabili agli effetti della crisi climatica a causa del loro stretto rapporto con l’ambiente.

Le comunità continuano a difendere i loro diritti, come nella Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene, e a cercare spazi per collaborazioni efficaci e advocacy nelle sedi nazionali e internazionali, come il forum di questa settimana presso l’IFAD, mentre lottano per ottenere un posto nel dibattito mondiale sul clima e per partecipare alle decisioni che le riguardano.

Nel frattempo, il diritto al consenso libero, previo e informato (CPLI), compreso il diritto delle popolazioni indigene a partecipare a qualsiasi processo decisionale che le riguardi, continua a essere trascurato da molti, a causa della mancanza di consapevolezza, comprensione e riconoscimento delle loro prospettive, azioni e sistemi di governance.

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