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Sportivi senza frontiere

Ecco un’interessante infografica sulla squadra olimpica degli atleti rifugiati.

Sono atleti come tutti gli altri, sportivi di alto livello, solo che non possono gareggiare sotto la loro bandiera.

Come rifugiati, lontani da casa, fino al 2016 potevano solo rinunciare al sogno di una medaglia.

Da allora, hanno potuto partecipare ai Giochi Olimpici come parte della squadra dei rifugiati, sostenuta dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

Quest’anno, 36 di loro parteciperanno come rifugiati. Tra loro c’è la nuotatrice siriana Yusra Mardini, la cui storia, insieme a quella della sorella Sara, è stata raccontata nel film “The Swimmers”, assolutamente da non perdere.

L’importanza della Squadra dei Rifugiati alle Olimpiadi

La Squadra dei Rifugiati alle Olimpiadi rappresenta un simbolo potente di speranza, resilienza e solidarietà. Creata dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) con il sostegno dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), questa squadra permette agli atleti rifugiati di partecipare ai Giochi Olimpici, nonostante abbiano perso la loro patria e, spesso, le loro famiglie. La loro presenza sulle piste e nei campi di gara è una testimonianza della capacità umana di superare le avversità e di trovare una nuova speranza attraverso lo sport.

La prima partecipazione della Squadra dei Rifugiati risale alle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016, dove dieci atleti provenienti da paesi come Siria, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo hanno gareggiato sotto la bandiera olimpica. La loro presenza ha attirato l’attenzione mondiale sulla crisi dei rifugiati, ricordando che dietro ogni statistica ci sono individui con sogni e aspirazioni.

Il sostegno delle Nazioni Unite è cruciale per l’esistenza di questa squadra. L’UNHCR lavora incessantemente per garantire che i rifugiati ricevano protezione e assistenza, e l’iniziativa olimpica ne è un’estensione. Permettere a questi atleti di competere ai massimi livelli non solo evidenzia la loro forza e determinazione, ma offre anche un potente messaggio di inclusività e pace.   

La Squadra dei Rifugiati è più di un gruppo di atleti: è un simbolo di speranza per milioni di rifugiati in tutto il mondo e un promemoria per la comunità internazionale della necessità di proteggere e sostenere i più vulnerabili.    

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