Una nuova ricerca sottolinea il ruolo vitale svolto dalla Convenzione sul Patrimonio Mondiale nella protezione della biodiversità

Una valutazione dell’UNESCO e dell’IUCN sullo stato delle specie rivela che i siti del Patrimonio mondiale dell’UNESCO ospitano oltre il 20% della ricchezza di specie globale mappata in appena l’1% della superficie terrestre. La salvaguardia di questi hotspot di biodiversità è essenziale per realizzare il Quadro globale per la biodiversità Kunming – Montreal. L’UNESCO si appella ai 195 Stati firmatari della Convenzione affinché incrementino gli investimenti nella conservazione dei loro siti e candidino tutte le restanti aree chiave per la conservazione della biodiversità all’iscrizione nel Patrimonio mondiale.
La prima valutazione dell’UNESCO e dell’IUCN sullo stato e le tendenze delle specie rivela che i siti del Patrimonio mondiale dell’UNESCO rappresentano meno dell’1% della superficie terrestre, ma ospitano oltre il 20% della ricchezza di specie mappate a livello globale, tra cui più di 75.000 specie di piante, compresi gli alberi, e oltre 30.000 specie di mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi.
Questi siti fungono da formidabili osservatori naturali per il progresso delle conoscenze scientifiche, grazie alla concentrazione di oltre la metà di tutte le specie di mammiferi, uccelli e coralli duri del mondo. Sono anche una fonte inesauribile di ispirazione per nuove iniziative di tutela ambientale.

L’ultima linea di difesa contro l’estinzione

La Convenzione sul Patrimonio Mondiale conferisce il più alto livello di protezione internazionale ad alcuni dei siti più significativi per la conservazione della biodiversità nel mondo. Si stima che questi siti proteggano oltre 20.000 specie minacciate, tra cui fino a un terzo di tutti gli elefanti, le tigri e i panda, e almeno un decimo delle grandi scimmie, dei leoni e dei rinoceronti.

Per alcune specie sull’orlo dell’estinzione, i siti del Patrimonio mondiale sono diventati l’ultima linea di difesa. In essi vivono tutti i rinoceronti di Giava, le vaquitas (il cetaceo più piccolo del mondo) e le iguane rosa, nonché più della metà dei rinoceronti di Sumatra, degli oranghi di Sumatra e dei gorilla di montagna.

La Convenzione del Patrimonio Mondiale permette di coordinare le iniziative con tutte le parti interessate: popolazioni locali, autorità nazionali e regionali, organizzazioni internazionali, tra gli altri – e questo ha portato a molti successi di conservazione. Ad esempio, le azioni intraprese nel Parco nazionale di Kaziranga (India) e nel Parco nazionale di Chitwan (Nepal) da quando sono stati iscritti nella Lista del Patrimonio mondiale dell’UNESCO a metà degli anni Ottanta hanno più che raddoppiato la popolazione di rinoceronti maggiori con un solo corno, portandola a circa 4.000 individui.

L’umanità e la biodiversità sono profondamente intrecciate

I benefici offerti dalla biodiversità sono innumerevoli e costituiscono la base del nostro rapporto con la natura. La varietà di ecosistemi all’interno dei siti del Patrimonio mondiale dell’UNESCO mantiene importanti servizi ambientali per le persone, come la protezione delle risorse idriche, oltre a fornire posti di lavoro e reddito attraverso attività sostenibili. I siti del Patrimonio mondiale dell’UNESCO sono anche utili per rafforzare ulteriormente il legame tra natura e cultura, poiché molti siti culturali, compresi quelli nelle aree urbane, possono anche proteggere un’importante biodiversità e sono un alleato negli sforzi per arrestare la perdita di natura.

Il tempo stringe per un’azione immediata

Tuttavia, è urgente rafforzare le misure di conservazione: ogni aumento di 1°C della temperatura globale potrebbe raddoppiare il numero di specie minacciate da condizioni climatiche pericolose. Dato il loro ruolo di hotspot vitali per la biodiversità, i siti del Patrimonio mondiale dell’UNESCO devono essere protetti a tutti i costi dagli Stati parte della Convenzione.

I siti del Patrimonio mondiale sono fondamentali per raggiungere l’obiettivo globale di arrestare la perdita di biodiversità

L’UNESCO incoraggia gli Stati membri a dare priorità ai siti del Patrimonio mondiale nelle strategie e nei piani d’azione nazionali per la biodiversità (National Biodiversity Strategies and Action Plans, NBSAP), poiché sono fondamentali per mettere in pratica il Quadro globale per la biodiversità (Global Biodiversity Framework, GBF) di Kunming-Montreal. Lo studio è un ulteriore strumento per i gestori dei siti per intraprendere le azioni necessarie a raggiungere questi obiettivi.

Entro il 2025, tutti i gestori dei siti del Patrimonio mondiale saranno formati sulle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici ed entro il 2029 tutti i siti avranno un piano di adattamento al clima, come annunciato dal Direttore generale dell’UNESCO nel novembre 2022 in occasione del 50° anniversario della Convenzione.

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