Alluvioni in Libia: L’ONU fornisce aiuti con il dispiegamento di una squadra di risposta ai disastri

Il sistema delle Nazioni Unite sta fornendo aiuti alle aree della Libia orientale colpite dalle inondazioni del fine settimana e una squadra di valutazione del disastro è stata dispiegata per sostenere la risposta del governo e le operazioni di soccorso, ha dichiarato mercoledì l’ONU.

 

Più di 5.000 persone sarebbero morte, molte delle quali residenti a Derna, colpita da un torrente d’acqua proveniente da due dighe che sono scoppiate, spazzando via interi quartieri della città portuale.

 

“Le operazioni di ricerca e salvataggio sono attivamente in corso, condotte dalle agenzie nazionali, dalle forze armate, dalla Mezzaluna Rossa libica e dai volontari locali”, si legge in una dichiarazione rilasciata dall’Ufficio del Portavoce delle Nazioni Unite.
Il Coordinatore residente e umanitario in Libia, Georgette Gagnon, ha incaricato una squadra di pronto intervento di sostenere le autorità e i partner locali.

 

Un team dell’operazione UNDAC (UN Disaster Assessment and Coordination) con sede a Ginevra, parte dell’ufficio di coordinamento umanitario OCHA, è ora dispiegato per sostenere le operazioni di risposta e soccorso.
Il coordinatore degli aiuti di emergenza, Martin Griffiths, ha annunciato martedì uno stanziamento iniziale di 10 milioni di dollari dal Fondo centrale di risposta alle emergenze (CERF) per sostenere le persone colpite dalle inondazioni.

 

La Libia, ricca di petrolio, è di fatto divisa dal 2014 tra un governo provvisorio, riconosciuto a livello internazionale, che opera dalla capitale Tripoli, e un altro nella parte orientale, con molti gruppi armati che operano anche sul suo territorio. Le due parti hanno firmato un cessate il fuoco nel 2020, ma le rivalità politiche continuano.
Il responsabile ONU per i diritti umani, Volker Türk, è profondamente addolorato “per il fatto che migliaia di vite siano perse nella parte orientale della Libia e che molte altre persone abbiano perso i loro cari, le loro case, le loro comunità e l’accesso alle necessità di base”, e ha invitato tutti gli attori politici libici a superare lo stallo che impedisce l’unità e la divisione nazionale, “e ad agire collettivamente per garantire l’accesso ai soccorsi”.

 

“Questo è un momento di unità di intenti: tutte le persone colpite devono ricevere sostegno, senza tener conto di alcuna appartenenza. È importante prestare particolare attenzione a garantire la protezione dei gruppi in situazioni di vulnerabilità, che sono resi ancora più a rischio all’indomani di un simile disastro”.

 

Incontrando la stampa internazionale a New York, il Segretario Generale António Guterres ha detto che l’ONU è pronta a “lavorare in ogni modo possibile con i partner per aiutare a fornire assistenza di emergenza a coloro che ne hanno disperatamente bisogno”.
Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite (WFP) ha dichiarato mercoledì di aver inviato la prima spedizione di aiuti alimentari in Libia a seguito delle inondazioni che hanno lasciato più di 10.000 feriti o dispersi.
Nei prossimi giorni, il WFP intende raggiungere più di 5.000 famiglie la cui vita è sconvolta dallo scoppio delle dighe dopo il passaggio dall’uragano Daniel nel fine settimana.
“Interi quartieri di Derna sono scomparsi, insieme ai loro residenti, travolti dall’acqua dopo il crollo delle due strutture, creando una situazione catastrofica e fuori controllo”, ha dichiarato il WFP.
Derna è la città più colpita, ma anche altre città come Albayda, Almarj, Bengasi, Bayada, Al Owailia, Taknes (AlJabal Al Akhdar), Talmeitha, Tobruk, Toukra, Shahhat e Sousa.
Martedì, il WFP ha iniziato la sua risposta insieme al partner LibAid, distribuendo razioni – che includono zucchero, pasta, riso, farina di grano, concentrato di pomodoro, fagioli bianchi e olio da cucina – a centinaia di famiglie in 16 località della capitale dell’amministrazione orientale, Bengasi.

 

Più di 2.000 persone colpite dalla tempesta e sfollate da Derna a Bengasi hanno già ricevuto cibo e le distribuzioni sono in corso.

 

Il Programma Alimentare Mondiale assiste già più di 52.000 persone in Libia con cibo in natura e sussidi in denaro, tra cui sfollati interni, rimpatriati e migranti nelle aree urbane.

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