Il Segretario Generale – Incontro con la stampa davanti al valico di frontiera di Rafah in Egitto

IL SEGRETARIO GENERALE

INCONTRO CON LA STAMPA DAVANTI AL VALICO DI FRONTIERA DI RAFAH IN EGITTO

20 ottobre 2023

 

Cari volontari, signore e signori della stampa,

È impossibile essere qui e non sentire il cuore spezzato.

Siamo testimoni di un paradosso.

 

Dietro queste mura, abbiamo due milioni di persone che stanno soffrendo enormemente – senza acqua, senza cibo, senza medicine, senza carburante, sotto il fuoco, che hanno bisogno di tutto per sopravvivere.

 

Da questa parte, abbiamo visto tanti camion carichi di acqua, di carburante, di medicine, di cibo. Esattamente le stesse cose che servono da questa parte del muro. Quindi questi camion non sono solo camion. Sono un’ancora di salvezza. Sono la differenza tra la vita e la morte per tante persone a Gaza. Abbiamo bisogno di farli muovere, di farli passare dall’altra parte del muro, di farli muovere il più velocemente possibile e il più possibile.

 

Recentemente Israele e gli Stati Uniti hanno annunciato che gli aiuti umanitari potranno entrare a Gaza. E so che c’è anche un accordo tra Egitto e Israele per renderlo possibile.

Ma questi annunci sono stati fatti con alcune condizioni e restrizioni. Per questo ci stiamo impegnando attivamente con tutte le parti, con l’Egitto, con Israele, con gli Stati Uniti, per assicurarci di poter chiarire queste condizioni, di poter limitare queste restrizioni, in modo che questi camion possano arrivare il prima possibile dove sono necessari.

 

Abbiamo bisogno, abbiamo assolutamente bisogno che questi camion si muovano il più rapidamente possibile e nel numero necessario. Ma a tal fine, questo deve essere uno sforzo prolungato.

Non vogliamo che arrivi un solo convoglio; vogliamo che i convogli siano autorizzati, con un numero significativo di camion che vadano ovunque a Gaza per fornire un sostegno sufficiente alla popolazione di Gaza.

D’altra parte, ci sono requisiti di verifica. Tali verifiche devono essere efficaci, ma allo stesso tempo devono essere effettuate in modo pratico e rapido.

Non siamo in una terra di nessuno. Siamo nella terra di un Paese sovrano, l’Egitto. È essenziale riconoscere il ruolo delle istituzioni egiziane e in particolare della Mezzaluna Rossa egiziana.

 

Infine, per l’UNRWA, per poter distribuire gli aiuti da quella parte, è necessario che l’UNRWA abbia il carburante e quindi dobbiamo avere la garanzia di avere abbastanza carburante dall’altra parte per distribuire gli aiuti alle persone che ne hanno bisogno.

 

Quindi, è evidente che è assolutamente necessario risolvere questi problemi in tempi brevi e spero che vengano risolti rapidamente per garantire un sostegno massiccio, un sostegno umanitario, alla popolazione di Gaza.

 

Purtroppo, questa non è una normale operazione umanitaria. È un’operazione in una zona di guerra e questo è il motivo per cui ho fatto appello a un cessate il fuoco umanitario, non che io ritenga che un cessate il fuoco umanitario sia una precondizione per la fornitura di aiuti umanitari. Non vogliamo punire due volte la popolazione di Gaza. La prima a causa della guerra e la seconda a causa della mancanza di aiuti umanitari. Ma è chiaro che un cessate il fuoco umanitario renderà le cose molto più facili e sicure per tutti.

 

Vorrei concludere esprimendo la mia profonda gratitudine al popolo e al governo egiziano. L’Egitto è oggi il pilastro fondamentale che permette alla speranza di esistere da quel lato del confine. La speranza che questi camion si muovano per sostenerli. La speranza che il cibo, gli aiuti e le medicine che ho visto in un aereo che è atterrato vadano anche alle persone che ne hanno bisogno. Spero che ci sia un futuro e che un giorno ci sia la pace con una soluzione a due Stati, con palestinesi e israeliani che vivono in pace in due Stati, uno accanto all’altro.

 

Grazie mille.

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