Messaggio del Segretario Generale delle Nazioni Unite per la Conferenza umanitaria internazionale per il Sudan e i suoi vicini

IL SEGRETARIO GENERALE

MESSAGGIO VIDEO PER LA CONFERENZA UMANITARIA INTERNAZIONALE PER IL SUDAN E I SUOI VICINI

Parigi, 15 aprile 2024

Eccellenze, signore e signori.

Ringrazio la Francia, la Germania e l’Unione Europea per aver organizzato questa fondamentale conferenza.

È passato un anno dallo scoppio del conflitto in Sudan, che ha scatenato un catalogo di orrori.

Un incubo di spargimento di sangue che ha ucciso oltre 14.000 persone e ne ha ferite altre 33.000.

Di violenza sessuale contro donne e ragazze.

Un incubo di distruzione che ha ridotto in macerie case, ospedali, scuole e altre infrastrutture vitali.

Di fame e sfollamento, con oltre otto milioni di persone in fuga dalle loro case.

Un incubo anche per i vicini del Sudan, che sentono sempre più le ripercussioni di questo conflitto mortale.

Oggi, metà della popolazione sudanese ha bisogno di assistenza d’emergenza.

Non possiamo permettere che questo incubo passi inosservato.

Quando ero Alto Commissario per i Rifugiati, sono stato testimone dell’entusiasmante generosità del popolo sudanese, che ha aperto le sue porte e i suoi cuori a chi fuggiva dal conflitto e dalle persecuzioni dei Paesi vicini.

Oggi dobbiamo fare appello allo stesso spirito di donazione per alleviare le ulteriori sofferenze del Sudan e aumentare urgentemente gli aiuti.

Il Piano di risposta umanitaria per il Sudan, del valore di 2,7 miliardi di dollari, è finanziato solo per il 6%.

Allo stesso tempo, il Piano di risposta regionale ai rifugiati per la crisi del Sudan, pari a 1,4 miliardi di dollari, è finanziato solo per il 7%.

Faccio appello alla generosità dei donatori affinché aumentino i loro contributi e sostengano questi sforzi salvavita.

Chiediamo inoltre a tutte le parti di proteggere i civili e di garantire il pieno accesso umanitario.

Sollecitiamo sforzi di mediazione internazionale efficaci e coordinati per fermare i combattimenti.

E chiediamo che i gruppi civili – compresi quelli che rappresentano le donne e i giovani – contribuiscano a guidare un processo politico inclusivo per rimettere in moto la transizione democratica del Sudan.

Mi impegno a garantire il pieno sostegno delle Nazioni Unite.

Il mio inviato personale, Ramtane Lamamra, è totalmente impegnato in questo sforzo.

Lavoreremo fianco a fianco con tutti voi per porre fine a questo incubo.

È tempo di sostenere il popolo sudanese.

Ed è ora di mettere a tacere le armi.

È tempo di pace in Sudan.

  

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